Filippo Turetta ha dichiarato in aula di aver premeditato l'omicidio di Giulia Cecchettin.
VENEZIA - La polizia penitenziaria ha scortato Filippo Turetta dal carcere di Verona alla Cittadella della giustizia di Venezia perché si esprimesse sull'omicidio di Giulia Cecchettin, ex fidanzata accoltellata 75 volte l'11 novembre dell'anno scorso a Venezia.
Il tanto atteso ed emotivamente carico processo si è aperto in presenza del padre di Giulia, Gino Cecchettin, e in assenza della sorella Elena, che sui social si è giustificata così: «Oggi e lunedì 28 non sarò presente in aula, non per disinteresse, ma per prendermi cura di me stessa. Sono più di undici mesi che continuo ad avere incubi, 11 mesi che il mio sonno è inesistente o irrequieto. La mia salute mentale e soprattutto quella fisica ne hanno risentito. Ho perso il conto delle visite mediche che ho dovuto fare nell’ultimo anno».
Prima di scatenare la sua furia omicida, Turetta, lo ricordiamo, aveva compilato una lista di cose da fare per prepararsi a uccidere l'ex fidanzata. Nella lista compaiono ad esempio la necessità di prelevare contante a sufficienza per poter scappare e le tattiche da implementare per non far riconoscere la sua macchina in dogana, oltre agli oggetti da usare (coltelli e corde) per uccidere Giulia.
In aula, Turetta, ha dichiarato di aver redatto la suddetta lista già a partire dal 7 ottobre (3 giorni prima di uccidere Giulia), ammettendo, di fatto, di avere premeditato l'omicidio: «Quella sera, scrivendo quella lista ho ipotizzato questo piano, questa cosa, di stare un po' insieme e di farle del male», ha dichiarato il 22enne dal banco degli imputati. «Ero arrabbiato, avevo tanti pensieri, provavo un risentimento che avessimo ancora litigato, che fosse un bruttissimo periodo, che io volessi tornare insieme e così…», ha aggiunto.
Poco prima di commettere il terribile omicidio, Turetta aveva inoltre cercato su internet un luogo in cui rifugiarsi: «Cercavo un posto dove sarebbe stato possibile stare più tempo insieme, dove ovviamente sarebbe stato difficile trovarci. Poi inevitabilmente saremmo stati trovati e quindi pensavo di aggredirla e poi toglierle la vita e poi a me», ha ammesso.
Turetta si è anche espresso sugli ultimi momenti della vittima, confermando quanto già dichiarato in una deposizione di 90 pagine redatta in prigione: «Quando Giulia è uscita dalla macchina, l'ho raggiunta da dietro. Forse le ho dato una spinta o forse è inciampata, ero accovacciato sopra di lei, che era per terra e continuava a urlare forte. In quel momento volevo toglierle la vita».
Infine, il tentato suicido: «Ho provato a mettermi in testa un sacchetto dopo aver occultato il corpo di Giulia, ma non ce l'ho fatta».