Lo ha annunciato il Ministro degli Esteri Dominic Raab
LONDRA - Anche il governo britannico si unisce alle sanzioni contro il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko - e altre figure della sua cerchia di potere incluso il figlio Viktor - in risposta alle contestate elezioni presidenziali recente e alla repressioni delle proteste di piazza delle opposizioni che ne contestano il risultato.
Lo ha annunciato oggi a margine di una visita a Seul Dominic Raab, ministro degli Esteri nel gabinetto Tory di Boris Johnson, bollando quel voto come "truccato". Le sanzioni britanniche sono state concordate con il governo del Canada.
Le misure punitive prevedono il divieto di viaggio e il congelamento di ogni eventuale asset, potenzialmente rintracciabile dal Regno Unito o dal Canada, riconducibile all'uomo forte di Minsk, a suo figlio e ad altre sei figure di primo piano del "regime": dal capo dello staff presidenziale, Igor Sergeenko, al ministro dell'Interno, Yuri Karyev, a uomini di vertice di forze speciali e di polizia.
«Oggi il Regno Unito e il Canada hanno mandato un chiaro messaggio imponendo sanzioni contro il regime violento e fraudolento di Lukashenko», ha sostenuto Raab in una dichiarazione scritta diffusa dal Foreign Office. «Noi non accettiamo il risultato delle elezioni truccate» svoltesi in Bielorussia, ha poi ribadito il ministro di Johnson, impegnandosi a far sì che «i responsabili degli atti delinquenziali compiuti contro il popolo bielorusso siano chiamati a risponderne» in nome dei «valori della democrazia e dei diritti umani».
Il capo della diplomazia britannica ha quindi giustificato le sanzioni come una risposta a quelli che ha definito «la tortura e i maltrattamenti di centinaia di dimostranti pacifici». E ha accusato inoltre le autorità bielorusse di aver «deportato forzatamente o negato il rientro» in patria a «molte figure dell'opposizione»: segno della «chiara manifestazione di disprezzo da parte di Lukashenko del dialogo con gli oppositori e dei basilari diritti umani».