L'accordo è stato accelerato dall'amministrazione Trump, nonostante le critiche
WASHINGTON - Gli Stati Uniti hanno approvato la vendita di 290 milioni di dollari, in bombe, all'Arabia Saudita.
Lo riporta il Guardian. La decisione fa parte di diversi accordi con i Paesi mediorientali, accelerati nelle ultime settimane dall'amministrazione Trump.
Oltre alle munizioni per bombe GBU-39 all'Arabia Saudita, il Dipartimento di Stato ha annunciato ieri anche l'approvazione della vendita di elicotteri Apache H-64E (per un valore di 4 miliardi di dollari) al Kuwait, 104 milioni di dollari di equipaggiamento difensivo per l'aereo del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, e 65,6 milioni di dollari di equipaggiamento di precisione per gli aerei da guerra egiziani.
Le critiche principali provengono dalle Ong a difesa dei diritti umani, e sostengono che tale accordo è stato affrettato nonostante un'ampia opposizione del Congresso e dell'opinione pubblica. A preoccupare è la situazione dei diritti umani dei regimi coinvolti. In particolare, per l'enorme numero di vittime civili della guerra nello Yemen, e per l'impatto civile dell'Egitto nella sua campagna contro-insurrezionale nel nord del Sinai.
L'amministrazione Trump si sta affrettando a fare regali d'addio all'Arabia Saudita, nonostante i suoi deplorevoli risultati in materia di diritti umani», ha detto al portale Sarah Leah Whitson, direttore esecutivo di Democracy for the Arab World Now (DAWN).
Anche azioni legali - Mercoledì, inoltre, un think-tank di New York ha dichiarato di voler citare in giudizio il Segretario di stato Mike Pompeo per aver proposto la vendita di 65,6 milioni di dollari di droni e aerei da guerra avanzati agli Emirati Arabi Uniti. Secondo il gruppo, l'amministrazione, oltre a non aver fornito una motivazione completa per la vendita, non ha considerato l'impatto sulla sicurezza degli Stati Uniti e sulla pace a livello mondiale.
Di tutta risposta, il Dipartimento di stato ha detto che le vendite sostengono «la politica estera statunitense e gli obiettivi di sicurezza nazionale, contribuendo a migliorare la sicurezza di un paese amico che continua ad essere una forza importante per la stabilità politica e la crescita economica in Medio Oriente».
Biden all'oscuro delle operazioni - L'ondata di accordi sulle armi giunge mentre il team di Joe Biden lamenta il fatto di non essere adeguatamente informato dal Pentagono sulle operazioni militari in corso, come dovrebbe essere consuetudine per un'amministrazione in arrivo.
«In questo momento sono letteralmente in sospeso decine di richieste scritte di informazioni», ha confermato alla National Public Radio il Consigliere per la sicurezza nazionale di Biden, Jake Sullivan.