Tutti i maggiori giornali del mondo parlano delle dimissioni di Mario Draghi e del futuro dell'Italia.
Il Ny Times: «Colpo devastante per l'Italia e l'Ue». Der Spiegel: «Con la caduta di Draghi torna il paziente italiano. E i post-fascisti sognano già una roboante vittoria».
ROMA - Una «perdita colossale per l'Italia», che entra in un periodo di «incertezza», e un «colpo» anche per l'Unione europea: le reazioni dei media internazionali alla crisi di Governo che ha portato oggi allo scioglimento delle Camere sono sostanzialmente unanimi nel considerare la fine dell'esperienza di Mario Draghi a Palazzo come una grande perdita, che mette a rischio la rinnovata leadership di Roma nell'Ue così come la sua ferma posizione al fianco dell'Ucraina, contro l'aggressione russa.
Di «colpo devastante all'Italia e all'Europa» parla il NEW YORK TIMES, rilevando che «con la sua levatura Draghi ha inaugurato un breve periodo d'oro quando ha assunto l'incarico di premier nel 2021».
Per il WASHINGTON POST, quanto è accaduto «destabilizza la terza maggiore economia europea, di cui Draghi era visto come il garante». Dopo le elezioni, invece, le cose «potrebbero essere molto diverse, perché il prossimo governo metterà probabilmente insieme un gruppo di partiti nazionalisti e di centrodestra, inclusi alcuni euroscettici e con vedute pro-Russia».
Le inquietudini della City sono riassunte dal FINANCIAL TIMES: «L'Italia perde Mario Draghi in un momento pericoloso». Nell'editoriale si rileva che «fra lo sgomento degli alleati dell'Italia e della Nato, per i quali le parole e le azioni di Draghi hanno avuto più autorità di quasi tutti i premier italiani post-1945, la fine del governo è arrivata troppo presto».
Dalla Francia LE MONDE evoca «il rischio di una preoccupante destabilizzazione» anche per l'Ue. Perché «la capacità di Draghi di riformare lo Stato italiano e utilizzare fondi europei per rilanciare l'economia era considerata, in particolare a Berlino, come un test ben fondato della solidarietà europea» che aveva portato alla nascita del Recovery Fund. E in un momento in cui due altri «pilastri dell'Ue, il cancelliere Scholz e il presidente Macron, sono indeboliti», continua il giornale parigino, le dimissioni di Draghi rappresentano «un grande shock per il consolidamento dell'Unione, per la sua leadership e per la sua coesione sulla scena internazionale».
In Germania i media evidenziano tra le altre cose la tradizionale instabilità del quadro politico. «L'Italia prigioniera dei suoi vecchi demoni», è il titolo di un'analisi della SÜDDEUTSCHE ZEITUNG, secondo cui l'Italia «rischia di affondare nell'incertezza».
Con la caduta di Draghi torna il «paziente italiano», è la tesi di DER SPIEGEL: "I post-fascisti sognano già una roboante vittoria elettorale per scuotere uno dei paesi membri fondatore dell'Ue". Per il settimanale «c'è molto in gioco per l'Italia e per l'Ue: il processo di riforme guidato da Draghi è stato per il momento fermato. Così come la sua linea decisamente europeista e atlantista contro il presidente russo Vladimir Putin».