In Forza Italia è iniziata la caccia alla talpa. Ma tra gli ex c'è chi la pensa diversamente: «Vuole sfregiare Meloni»
ROMA - Putiniano, «rimbambito» - come lo ha definito qualcuno all'interno degli azionisti di maggioranza della coalizione del centrodestra italiano -, sgambettato o, solamente, vendicativo? Nel giorno in cui prendono il via le consultazioni per la formazione del nuovo governo italiano - il primo a salire, fisicamente, al Quirinale questa mattina, alle 10.30, sarà il presidente del Senato, Ignazio La Russa - la bufera generata dagli audio "rubati" impazza attorno a Silvio Berlusconi.
Lui ha provato a metterci la proverbiale pezza. Ha telefonato in diretta televisiva a Enrico Mentana, pochi minuti dopo il telegiornale pomeridiano, spiegando che le sue parole erano frutto di una «preoccupazione generale» per il rapporto teso tra Russia e Occidente. La preoccupazione di una «rottura» tra i due fronti. Il Cavaliere ne ha fatto una questione di contesto. E lo ha ribadito in un'intervista concessa al Corriere della Sera. L'audio «è stato diffuso senza conoscere il senso globale delle mie parole, con il solo scopo di diffondere calunnie e disinformazione», ha risposto a chi lo metteva di fronte al fatto che «private o pubbliche quelle parole sono sue».
Ma Berlusconi insiste sul contesto. Sul fatto che le sue parole si riferissero a notizie «che mi sono state date da fonti autorevoli». E, quando gli si chiede se non crede di aver agitato le acque, già di loro poco calme, attorno alla formazione dell'esecutivo lui orienta con reattività da caimano il tiro sulle «pessime abitudini» di chi «carpisce e registra di nascosto brani di conversazioni private». Un po' come l'albero che non fa rumore se cade in mezzo a una foresta, dove nessuno può sentirlo.
Stando a quanto si può leggere questa mattina sui quotidiani della vicina Penisola, all'interno dello schieramento azzurro è nel frattempo scattata la caccia alla talpa. Ma quella del sabotaggio interno a Forza Italia non è l'unica ipotesi sul tavolo. Al contrario, c'è anche chi suggerisce i contorni di un disegno al contempo irrazionale e focalizzato. Ma andiamo con ordine.
La Stampa mette in fila una serie di scenari: «Un tradimento. Un regolamento di conti interni, per colpire l'anziano leader nel momento di maggiore debolezza. Un tentativo di boicottare la nascita del nuovo governo o anche solo l'assegnazione ad Antonio Tajani del ministero degli Esteri». Il quotidiano torinese parla anche «di due ex non ricandidati, presenti alla riunione» in cui è stato registrato il discorso «che avrebbero agito per ripicca». Così «si vocifera». Ma tra i forzisti tutti negano di sapere «chi e perché abbia registrato». Sintomi di una possibile scissione? La verità - ha dichiarato un esponente azzurro - «è che quasi la metà del partito vuole che il governo inizi a lavorare» e «Berlusconi deve accettare che in Forza Italia ci sono le correnti». Deve quindi «fare un "contratto" con chi non la pensa come lui».
Chi fa lo sgambetto a chi?
C'è poi chi lo sgambetto lo vede con un cast diverso; con Berlusconi che invece d'inciampare è quello che sporge la gamba. È il parere di un ex dei suoi, Osvaldo Napoli, oggi passato ad Azione. A suo avviso il Cavaliere «non è impazzito» ma «segue una strategia precisa» per «tenere Meloni il più possibile sulla corda». «L'ha fatto in maniera scientifica sapendo che sarebbero uscite quelle dichiarazioni», ha spiegato ai microfoni della trasmissione radiofonica “L’Italia s’è desta”. Perché «in un'assemblea di duecento persone non può dire certe cose con questa leggerezza pensando che non escano». E, ha aggiunto, ci sarebbe anche un terzo audio.
E dello stesso avviso è un altro ex forzista, Fabrizio Cicchitto, che al Foglio dichiara: «Guardate che Berlusconi era così anche vent'anni fa. La resa scenica è logorata dagli anni, certo, ma l'animus pugnandi è lucido. Silvio a volte fa cose irrazionali che dipendono da un'esorbitante personalizzazione dei conflitti. E ora gli interessa solo una cosa, credetemi e non è politica: lui vuole sfregiare Giorgia Meloni, l'abusiva». Perché «non sopporta nessuno che lontanamente possa essere il suo successore, nemmeno con il suo sostegno».