Pechino ha ribadito il concetto per voce del ministro degli Esteri cinese Wang Yi, ieri a colloquio con Jake Sullivan
PECHINO - La questione di Taiwan riguarda gli affari interni della Cina e le sue recenti elezioni presidenziali del 13 gennaio «non possono cambiare il fatto fondamentale che Taiwan faccia parte della Cina». È quanto ha detto Il massimo diplomatico di Pechino, Wang Yi, nei colloqui di ieri e di oggi avuti a Bangkok con il consigliere per la Sicurezza nazionale americano Jake Sullivan.
«Il rischio più grande per la pace e la stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan è l'indipendenza di Taiwan, e la sfida più grande per le relazioni Cina-Usa è anche l'indipendenza di Taiwan», ha aggiunto Wang, nel resoconto della diplomazia di Pechino.
Le elezioni presidenziali di Taiwan hanno visto la vittoria di William Lai, il candidato del Partito democratico progressista accusato dalla Cina di essere un «piantagrane» e un sostenitore dell'indipendenza dell'isola, con forti legami con gli Usa. Gli Stati Uniti «devono rispettare il principio della Unica Cina e i tre comunicati congiunti sino-americani, mettere in atto il proprio impegno a non sostenere l'indipendenza di Taiwan e supportare la riunificazione pacifica del», ha continuato il ministro degli esteri cinese.
Wang ha poi sottolineato che «tutti i Paesi hanno preoccupazioni di sicurezza nazionale, ma queste devono essere legittime e ragionevoli e non possono impegnarsi in una pan-politicizzazione o in una pan-sicurezza, per non parlare di usarle per frenare e sopprimere lo sviluppo di altri Paesi». Entrambe le parti, inoltre, hanno concordato di proseguire le discussioni sui confini tra sicurezza nazionale e attività economiche.