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STATI UNITI

Trump "spara" i suoi dazi. E l'Europa cosa può fare ora?

Quali sono le opzioni dell'Ue per combattere (o evitare) una guerra commerciale con gli Stati Uniti? Facciamo il punto
AFP
Fonte red
Trump "spara" i suoi dazi. E l'Europa cosa può fare ora?
Quali sono le opzioni dell'Ue per combattere (o evitare) una guerra commerciale con gli Stati Uniti? Facciamo il punto

WASHINGTON - Quelli su acciaio e alluminio - al 25% - sono realtà. Gli altri, quelli reciproci, arriveranno. Donald Trump, armato di penna, ha del tutto riacceso quella "guerra" dei dazi che già aveva sperimentato nel corso del suo primo mandato. «Siamo stati presi a pugni sia dagli amici che dai nemici», ha affermato - nel pieno della trance agonistica da nuova età dell'oro - il presidente statunitense, ed «è tempo che le nostre grandi industrie tornino in America».

L'Europa, nel frattempo, osserva e attende. E al netto degli "acciacchi" degli ultimi anni, la spina dorsale franco-tedesca dell'Unione ha avuto il vigore di reagire, mettendo in chiaro che in caso di necessità, la risposta ai dazi sarà rapida. Ma quali sono le misure che i 27 potrebbero adottare per rispondere alla mano, pesante, di The Donald? E, di riflesso, c'è una seconda domanda da considerare: una guerra commerciale con gli Stati Uniti quanto andrà a impattare sulla già logora unità dell'Europa?

Partiamo dall'ultima. E la risposta è piuttosto intuitiva: uno scontro su questo campo metterà a dura prova la tenuta dell'Ue, che di certo non vive un momento di grande salute. Perché per fronteggiare l'assalto dell'amministrazione Trump sarà necessario mettere in campo una risposta rapida, ovvero l'esatto opposto di quanto sembra avere nelle proprie corde questa Europa. Perché è facile immaginare che non tutti i 27 stati membri si vedranno offrire le stesse condizioni.

L'Europa «risponderà». Ma come?
Fatta questa premessa, riavvolgiamo la questione all'indietro, alla prima domanda: cosa c'è nel cassetto di Bruxelles per combattere questa eventuale guerra? Più di un'opzione, in realtà. A partire dall'antitrust; che, tuttavia, la Commissione europea dice di non essere intenzionata a utilizzare in un'eventuale guerra commerciale con Washington. Più probabile - anche perché consentirebbe una replica senza violazioni del diritto internazionale - è invece l'eventualità che l'Ue si doti di uno strumento anti-coercizione ad hoc che, qualora i negoziati con la Casa Bianca dovessero fallire, potrebbe imporre restrizioni di vario tipo, dal commercio, passando per le restrizioni sulla partecipazione a gare d'appalto, fino a quelle imposte su servizi e licenze.

Quest'ultima, citando le parole di Fredrik Erixon, direttore del Centro europeo di economia politica internazionale, a Euronews, costituisce «un'opzione nucleare» rispetto a una risposta con altri dazi - un'altra delle opzioni sul tavolo - che costituiscono invece «una sorta di opzione di guerra convenzionale». «Questo strumento deve essere proporzionato alle azioni contro cui ci si sta vendicando, perché se si invalida, ad esempio, un brevetto o un marchio, è come se si togliessero i diritti di proprietà».

Infine, sempre secondo Erixon, anche il settore della Difesa potrebbe essere sfruttato sul tavolo delle trattative. In particolare, la prevista espansione delle spese nel settore militare potrebbe fare gola ai fornitori a stelle e strisce. E un'apertura in questo senso potrebbe ammorbidire le posizioni di Washington.

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