I partiti dell'opposizione danno vita a una bagarre durante le votazioni di una legge che mira ad aumentare i fondi per l'università
BELGRADO - Scene da stadio al parlamento serbo: durante le votazioni di una legge che mira ad aumentare i finanziamenti per università e ricerca, i partiti dell'opposizione hanno dato vita a una gazzarra con l'accensione di fumogeni creando il panico all'interno dell'aula.
È scoppiata anche una rissa, sedata a fatica da alcuni parlamentari: alla fine il bilancio della zuffa farà registrare 3 feriti, uno dei quali versa in gravi condizioni.
La scintilla che ha fatto scoppiare la bagarre - stando a quanto riferito dai deputati dello schieramento non governativo - sarebbe stata la mancata ufficializzazione delle dimissioni del Primo ministro Milos Vucevic che - a loro dire - avrebbe dovuto essere confermata prima del voto in aula.
Srbski parlament. Protest, dim prerivanje, cel kaos. Predsednica parlamenta Ana Brnabić pravi, da se Srbija ne sme ustaviti in nadaljuje zasedanje. #Srbija #Serbia #Beograd @rtvslo pic.twitter.com/45C3IMNowi
— Boštjan Anžin (@BostjanAnzin) March 4, 2025
I parlamentari di opposizione hanno poi srotolato uno striscione con la scritta: "La Serbia si è sollevata perché il regime cada!”. Ma intanto nell'emiciclo scoppiava il finimondo: cazzotti, lancio di uova, razzi che volavano da una parte all'altra dell'aula parlamentare, bottiglie d'acqua lanciate verso i banchi del governo.
«Una banda terroristica» li ha definiti la presidente del Parlamento, Ana Brnabic.
Il premier Vucevic si era dimesso a gennaio per i fatti legati al crollo di una copertura in cemento avvenuto nel nord del Paese: in quella circostanza morirono 15 persone. L'opposizione ritiene che quelle dimissioni debbano essere ufficializzate dal Parlamento e che senza questo espletamento di formalità l'esecutivo non possa approvare nuove leggi.
Quanto basta per trasformare il palazzo dell'Assemblea Nazionale nella curva dei “Delije” (eroi), gli ultras della Stella Rossa (la squadra di calcio di Belgrado), considerati fra i più violenti d'Europa.