La denuncia arriva da Abiti Puliti che ha analizzato le condizioni di lavoro negli stabilimenti produttivi. Ma l'azienda non ci sta: «Siamo ecosolidali»
AMSTERDAM - Salari di molto al di sotto della soglia di povertà, straordinari che sono più che altro ordinari e svenimenti all'ordine del giorno. È questo il ritratto delle condizioni di lavoro nelle aziende che forniscono abiti al colosso dell'abbigliamento H&M tratteggiato dall'ultimo rapporto di Campagna Abiti Puliti.
Conclusioni che arrivano a ridosso di un comunicato stampa globale di H&M dello scorso 20 settembre che parlava di «importanti traguardi raggiunti per uno stipendio dignitoso per 500 fabbriche e 635'000 dipendenti».
Non ci sta però l'Ong che ritiene la mossa figlia di un calcolo dell'azienda svedese per «neutralizzare l'impatto dei risultati» contenuti nello studio che ha analizzato nel dettaglio gli ambienti di lavoro in fornitori “gold” e “platinum” in Turchia, India, Cambogia e Bulgaria. Ed è proprio in Bulgaria che ha riscontrato le condizioni di lavoro peggiori, definite addirittura «inaudite».
1 su 3 - Il tasso di svenimento medio, nelle operaie dei fornitori di H&M negli stabilimenti nelle sei nazioni considerate dallo studio di Campagna Abiti Puliti. Le cause: ritmi di lavoro, il caldo e qualità dell'aria.
«Entri in fabbrica alle 8 di mattina, ma non sai mai quando ne uscirai. A volte torniamo a casa alle 4 del mattino seguente», ha raccontato un dipendente della bulgara Koush Moda. Il ritmo di lavoro è tanto intenso che gli svenimenti sono all'ordine del giorno tanto che due terzi delle dipendenti dell'azienda sostengano di aver perso i sensi almeno una volta in fabbrica. C'è pure chi, per questo, si è infortunato (anche gravemente) e/o è stato licenziato. Tutto questo per uno stipendio di partenza di circa 98€ al mese, circa il 9% di quello che sarebbe uno stipendio dignitoso e meno della metà del salario minimo legale in Bulgaria.
«Non abbiamo scelta, dalle nostre parti non c'è altro lavoro che questo», operaio anonimo, Bulgaria
Se negli altri paesi le condizioni sono migliori, continua lo studio, restano comunque oltre il limite della legalità perché si può ottenere il salario minimo garantito «solo se lavora in straordinario per completare la quota di produzione assegnata». E, a volte, nemmeno quella basta.