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ITALIAPrimo semestre con segno negativo della storia di Moncler

27.07.20 - 20:07
Alla fine del periodo la perdita netta ammonta a 31,6 milioni di euro
KEYSTONE
Primo semestre con il segno negativo della storia di Moncler.
Primo semestre con il segno negativo della storia di Moncler.
Fonte Ats Ans
Primo semestre con segno negativo della storia di Moncler
Alla fine del periodo la perdita netta ammonta a 31,6 milioni di euro

MILANO - Moncler ha registrano nei primi sei mesi dell'anno ricavi consolidati per 403,3 milioni di euro (-29% a tassi di cambio costanti e correnti) pur avendo visto una crescita a doppia cifra nel secondo trimestre in Cina continentale e nel canale online, che il Cda su proposta del management, ha deciso oggi di internalizzare.

L'Ebit è negativo per 35,5 milioni, rispetto a un dato positivo per 102,6 milioni del primo semestre 2019, e include costi straordinari per il Covid-19 per circa 40 milioni, comprensivi di svalutazioni straordinarie di magazzino per 30 milioni e donazioni a favore della città di Milano per 10 milioni. A partire da febbraio, il gruppo ha iniziato importanti negoziazioni con i principali locatori per rivedere alcuni contratti d'affitto.

Alla fine del periodo la perdita netta ammonta a 31,6 milioni di euro, contro un utile di 70 milioni dello stesso periodo dell'anno precedente.

La posizione finanziaria netta vede 595,1 milioni di cassa al 30 giugno da 662,6 milioni al 31 dicembre e a 395,7 milioni a fine giugno 2019.

Il perdurare degli effetti del Covid insieme all'elevato grado d'incertezza sulla sua evoluzione influenzerà negativamente i risultati dell'intero esercizio 2020, si legge in una nota.

«Per la prima volta da quando è iniziata questa bellissima avventura con Moncler, oggi presentiamo un semestre con un segno negativo davanti. Diretta conseguenza dell'emergenza sanitaria che abbiamo vissuto e che purtroppo in molti paesi continua. È difficile capire come si evolverà la seconda parte dell'anno. Ritengo però che quello che stiamo vivendo avrà conseguenze importanti, almeno in alcune parti del mondo. Ma tutto questo non cambia la mia visione», commenta il presidente e Ceo Remo Ruffini.

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