Preoccupa il peggioramento delle condizioni di vita soprattutto delle fasce più vulnerabili della popolazione
L'obiettivo è migliorare l'ambiente urbano, potenziando i collegamenti tra aree urbane e zone rurali e accrescendo la resilienza dei sistemi, dei servizi e degli abitanti
ROMA - La pandemia non è solo emergenza sanitaria: molte comunità urbane e periurbane sono più che mai esposte al rischio di insicurezza alimentare e nutrizionale nonché a malattie non trasmissibili correlate alla dieta e registrano un numero crescente di casi di sovrappeso e obesità.
È il grido d'allarme lanciato dalla Fao, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura.
Lo ha fatto durante la 75ma sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, dove ha presentato l'iniziativa "Città verdi" e il relativo piano d'azione, con cui intende contribuire a trasformare i sistemi agroalimentari, porre fine alla fame e migliorare la nutrizione nelle città e nelle aree periferiche una volta superata la pandemia da Covid-19.
In particolare "Città verdi" si prefigge lo scopo di migliorare le condizioni di vita e il benessere delle popolazioni urbane e periurbane in almeno 100 città (15 città metropolitane, 40 città intermedie e 45 cittadine) in tutto il mondo nei prossimi tre anni, puntando ad avere 1'000 centri urbani partecipanti entro il 2030. L'obiettivo è migliorare l'ambiente urbano, potenziando i collegamenti tra aree urbane e zone rurali e accrescendo la resilienza dei sistemi, dei servizi e degli abitanti delle città agli choc esterni.
Il piano delinea così una nuova concezione del mondo e dello sviluppo sostenibile. Il Direttore Generale della Fao, Qu Dongyu, ha esortato poi i partner ad apprezzare sia il ruolo essenziale che le città possono rivestire in una ricostruzione efficace ("building back better"), sia l'urgenza di avviare azioni innovative, globali e coordinate.
«Per avere città molto più verdi, più resilienti e rigenerative, dobbiamo ripensare al modo in cui le aree urbane e periurbane vengono progettate e gestite» ha affermato nel suo discorso di apertura dell'evento. «Ci sono rimasti soltanto dieci anni per conseguire gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Dobbiamo cambiare radicalmente prospettiva e ripensare i nostri modelli di business» ha aggiunto. Del resto, il verde urbano è importante perché il nostro è un pianeta sempre più urbanizzato.
Entro il 2050 quasi il 70 per cento della popolazione mondiale vivrà in aree urbane e il 90 per cento di questa crescita si registrerà in Africa e in Asia. Circa il 70 per cento di tutte le risorse alimentari sarà consumato dagli abitanti delle città, un dato che appare in costante aumento. La crescita demografica e la rapida urbanizzazione determinano cambiamenti delle abitudini alimentari e un aumento della domanda di beni e servizi di base, accanto a una crescente competizione per le risorse naturali per garantire a tutti l'accesso a un'alimentazione sana.
Le amministrazioni locali incontrano sempre maggiori difficoltà a rispondere alle esigenze degli abitanti delle zone urbane e periurbane e la pandemia da Covid-19 non ha fatto che aggiungere nuove criticità, con un peggioramento delle condizioni di vita soprattutto delle fasce più vulnerabili della popolazione.
Mantenere sistemi alimentari sostenibili e avere più spazi verdi, comprese aree agricole e boschive urbane e periurbane, rappresenta un obiettivo fondamentale per le città, poiché ne accresce la resilienza ai cambiamenti climatici e alla pandemia da Covid-19, evitando che le emergenze sanitarie interrompano l'approvvigionamento e la distribuzione dei generi alimentari in queste zone.
Accanto all'Iniziativa "Città verdi" della Fao, ampio rilievo anche ad altre iniziative e programmi che stanno promuovendo l'innovazione e accelerando interventi concreti; tra questi: il Patto di Milano sulle politiche alimentari urbane, la Nuova agenda urbana, il Centro mondiale per l'alimentazione urbana sostenibile di Valencia, l'Iniziativa "Mano nella mano" e altri partenariati strategici.