Lanciata anche una campagna "100 giorni di Possibilità" in vista della COP26
NEW YORK - Cade oggi, 29 luglio, l'Earth Overshoot Day, vale a dire il giorno in cui abbiamo sfruttato tutte le risorse naturali per il 2021. Da domani saremo in credito con il nostro pianeta: questo deficit viene gestito consumando le scorte delle risorse ecologiche e accumulando i rifiuti, soprattutto anidride carbonica. Tra le cause principali Global Footprint Network, l'organizzazione che calcola l'impronta ecologica, rammenta le risorse consumate da ogni individuo e la deforestazione.
In particolare il team di ricerca dell'Earth Overshoot Day ha concluso che rispetto al 2020, si è verificato un aumento del 6,6% dell'impronta ecologica globale (nel 2020 erano risultate del 5,8% inferiori al 2019 a causa della pandemia). Male anche le foreste, che nel 2021 hanno perso lo 0,5% della biocapacità forestale globale.
L'anno scorso la ricorrenza era caduta il 22 agosto, grazie anche alla pandemia che aveva fermato, anche se per poco, le industrie. Ma il confronto con gli anni passati è piuttosto impietoso: nel 1970 la giornata cadeva il 29 dicembre.
100 Giorni di Possibilità - E proprio oggi, quando mancano 100 giorni al summit COP26 di Glasgow, viene lanciata la campagna "100 Giorni di Possibilità". L'iniziativa, presentata dagli esperti di sostenibilità del Global Footprint Network e dell'Agenzia per la Protezione Ambientale scozzese, vuole divulgare «soluzioni collaudate e scalabili che contribuiscano a portare l'impronta ecologica dell'umanità in equilibrio con le risorse biologiche che gli ecosistemi naturali del pianeta possono rigenerare in modo sostenibile».
Da oggi sino all’inizio della COP26, il sito 100DaysofPossibility.org presenterà ogni giorno una di queste soluzioni. Esempi di opportunità per spostare la data – #MoveTheDate – includono la riduzione dei rifiuti alimentari, la gestione dei refrigeranti, i sistemi alimentari a filiera corta, l’energia intelligente, il cemento a basso contenuto di carbonio, politiche di sviluppo locale incentrate sul monitoraggio dell’impronta ecologica e l’ecoturismo a basso impatto ambientale.
«Indipendentemente da ciò che verrà deciso alla Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico (COP26), non c’è alcun beneficio nell’aspettare di agire», sostiene Laurel Hanscom, CEO del Global Footprint Network. «La pandemia ha dimostrato che la nostra società può cambiare rapidamente di fronte al disastro. Ma esserci fatti cogliere impreparati ha portato grandi costi umani ed economici. Nell’immediato futuro, abbiamo probabilmente davanti a noi cambiamenti climatici e scarsità di risorse; pertanto gli individui, le istituzioni e i governi che si preparano sin da adesso, se la caveranno meglio. Il consenso globale non è un prerequisito per riconoscere i rischi che ci attendono. Agiamo quindi con decisione ora, ovunque ci troviamo», ha aggiunto.