La maggioranza dei giapponesi torna a essere favorevole all'atomo, 11 anni dopo l'incidente di Fukushima
TOKYO - L'energia prodotta con gli impianti nucleari torna a essere vista positivamente dalla maggioranza dei giapponesi. O meglio, dal 53% di coloro che hanno risposto a un sondaggio condotto dal quotidiano economico Nikkei e che segna un cambio di rotta a 11 anni di distanza dalla tragedia di Fukushima.
Come detto, la maggioranza degli interpellati pensa che i reattori nucleari debbano essere ripristinati a condizioni che la sicurezza sia garantita, mentre la percentuale di chi rifiuta il ricorso all'atomo è del 38%. Nel precedente sondaggio, svolto nel mese di settembre, i favorevoli si erano fermati al 44%.
Decisivo, nel rafforzamento delle opinioni pro-nucleare, la minaccia di carenza della corrente elettrica e il rialzo dei costi dell'energia - conseguenza diretta dell'invasione russa dell'Ucraina, che ha fatto schizzare i prezzi verso l'alto a livello globale.
«C'è un forte apprezzamento per l'energia nucleare in questo momento» ha dichiarato Nobuo Tanaka, ex direttore esecutivo dell'Agenzia internazionale dell'energia. La decisione di riattivare i reattori avrebbe delle ripercussioni positive anche per l'Europa, sottolinea Tanaka: le aziende giapponesi potrebbero riprendere a vendere gas naturale liquefatto alle nazioni del Vecchio continente e aiutarle nello sganciarsi dalla dipendenza dalle fonti energetiche russe.
Solo 10 hanno ripreso a funzionare dopo l'incidente del 2011 alla centrale nucleare di Fukushima, causato dalla combinazione di terremoto e tsunami.