Credit Suisse e Hsbc alle prese con un progressivo "dimagrimento" e allontanamento dal mercato Usa
LUGANO - Il caso Credit Suisse, nel pieno della fase di ristrutturazione e riorganizzazione annunciata lo scorso ottobre, è emblematico di quanto si assiste oggi nel panorama bancario internazionale. Frenano infatti aggregazioni e fusioni e viceversa si assiste a scissioni e scorpori. E secondo gli esperti il trend sarebbe destinato a proseguire nel tempo.
Credit Suisse - Come detto, è lampante l'esempio Credit Suisse che, nel corso degli anni '80, puntò decisa all'investment banking acquisendo una quota della banca d'affari americana New Boston. Diede così vita alla Credit Suisse First Boston. Furono anni di profitti, seguiti poi dalle difficoltà e perdite che hanno in parte portato alla situazione attuale. Ecco che oggi la strategia è cambiata, come del resto ci ha confermato pochi giorni fa il professore di Finanza, Giovanni Barone Adesi che, interrogato sul futuro di Cs, aveva accennato al «ridimensionamento delle attività in America. Particolarmente per l'investment banking». E proprio l'istituto zurighese, secondo anche quanto riporta Il Sole 24 ore, realizzerà la vendita e la scissione dalle attività di First Boston.
Il colosso Hsbc - Seppur in situazioni differenti rispetto a Cs, anche gli anglo asiatici di Hsbc hanno recentemente intrapreso una strada di "dimagrimento", abbandonando la via delle acquisizioni per intraprendere la strada delle cessioni, come nel caso delle banche controllate negli Usa e in Canada. Dunque anche in questo caso si assiste a un a progressivo ritiro dal mercato Usa, vendendo e non destinando l'incasso a nuove acquisizioni.
Situazione simile per altre banche europee - Vendite e allontanamento dagli States anche per i francesi di Bnp Paribas e per gli spagnoli di Bbva. E per tutti, l'intenzione è quella, comune, di orientare gli incassi soprattutto a una maggiore rimuneratività degli azionisti.