Il controllo a opera di una task force del Dipartimento di Giustizia è esteso non solo ai proprietari ma anche ai gestori dei patrimoni.
WASHINGTON - È di oltre 58 miliardi di dollari il valore dei beni congelati agli oligarchi russi nel mondo, di questi 7,5 miliardi (di franchi) è la cifra congelata dalle sanzioni nella sola Confederazione. Una lotta a tutto campo che trova negli Usa, e nello specifico nei dipartimenti del Tesoro e di Giustizia, l'epicentro della risposta "occidentale" all'invasione russa in Ucraina.
La task force - Al centro delle operazioni connesse alle sanzioni (la liquidazione dei beni sequestrati, il perseguimento chi aiuta gli oligarchi a sfuggire ai controlli e la lotta all'utilizzo di società di comodo) opera una vera e propria task force interna al Dipartimento di Giustizia e denominata KleptoCapture, che dal marzo 2022 dà la caccia agli oligarchi russi, a tutela del rispetto delle restrizioni.
La novità investigativa sta nell'estendere le maglie del controllo per identificare così anche coloro i quali aiutano i cittadini russi a eludere la rete di verifica, in violazione alle norme. In altri termini l’autorità Usa si concentra su chi si occupa della gestione patrimoniale degli oligarchi, considerati dunque - secondo quanto riferito ad Associated Press da Andrew Adams, direttore di KleptoCapture - alla stregua di «mediatori professionali di evasione delle sanzioni».
Il "caso" Viktor Vekselberg - L'agenzia stampa statunitense riporta poi il caso dell'oligarca Viktor Vekselberg, a cui sono stati bloccati due yacht (a San Diego e nelle Fiji) del valore complessivo di 600 milioni di dollari e sei proprietà (a New York e in Florida) del valore di 75 milioni. Ebbene, Vladimir Voronchenko, commerciante d'arte russo e amico d'infanzia di Vekselberg, è stato incriminato per aver aiutato l'amico a eludere le sanzioni, oltre che per riciclaggio internazionale di denaro, cospirazione e oltraggio alla corte.
«Trasferire il denaro in Ucraina» - Quanto al denaro ricavato dai sequestri, al netto delle difficoltà legali e procedurali di girare la proprietà dei beni confiscati, l'intenzione del Governo americano è quella di «utilizzare le riserve immobilizzate presso la Fed di New York, di trasferirle in Ucraina e consentire» a Kiev di utilizzarle, come suggerito lo scorso 28 febbraio alla Commisione Banche del Senato dall'ex funzionario dell'amministrazione Biden, Daleep Singh.
In questo senso il direttore della task force, Andrew Adams conferma che si sta lavorando con il Congresso «per ottenere l'autorizzazione e trasferire alcuni fondi confiscati al Dipartimento di Stato». Ma non solo, il Dipartimento del Tesoro ha fatto sapere, la scorsa settimana, che attualmente si sta cercando di sbloccare 5,4 milioni di dollari di fondi sequestrati, da inviare all'Ucraina.