Positive le Borse asiatiche ed europee, bene anche la Svizzera (+1,60%) a inizio seduta. I cinesi spinti dal surplus commerciale.
TOKYO - Seduta positiva per le borse asiatiche, come lo sono stati i futures sugli indici europei e di Wall Street, dopo che Donald Trump ha sospeso i dazi sull'elettronica di consumo, che comprende gli smartphone e i laptop.
Tokyo ha guadagnato l'1,18% con lo yen che si è rafforzato mentre il dollaro ha segnato il nuovo minimo dell'anno e l'oro, che mantiene il suo ruolo tradizionale di bene rifugio, ha ritoccato i massimi.
Sale con più decisione Hong Kong (+2,14% a seduta ancora aperta), Shanghai e Shenzhen invece guadagnano rispettivamente lo 0,69% e lo 0,97%. A Taiwan (-0,08%) il gruppo che assembla iPhone, Hon Hai Precision Industry, fa un passo avanti del 2,97%, a Seul (+0,95%) del temporaneo stop ai dazi di Trump beneficia invece Samsung Electronics (+1,72%).
Borsa svizzera
Dopo le ore 9 ecco arrivare i primi dati sulla Borsa svizzera che ha iniziato con il piede giusto la prima seduta settimanale. Alle 09.20, l'indice principale SMI guadagnava rispetto a venerdì l'1,60% a 11'419,38 punti.
L'europa
Per quanto riguarda le principali piazze del Vecchio Continente, pochi minuti dopo l'avvio delle contrattazioni Parigi saliva dell'1,92% a 7241,21 punti, Francoforte del 2,12% a 20'813,85, Milano dell'1,77% a 34'630,43 e Londra dell'1,40% a 8075,88 punti.
Arrivano quindi segnali positivi dai mercati dopo che il presidente statunitense Donald Trump ha sospeso i dazi sull'elettronica di consumo, che comprende gli smartphone e i laptop.
La Cina spinta dal surplus commerciale
Le Borse cinesi chiudono la seduta in territorio positivo, l'indice Composite di Shanghai sale dello 0,76%, a 3262,81 punti, mentre quello di Shenzhen segna un progresso dell'1,15%, a quota 1903,49.
I listini beneficiano anche dei dati sull'interscambio commerciale della Cina, caratterizzati da un surplus di 102,64 miliardi di dollari, oltre i 77 miliardi stimati dagli analisti. L'export, hanno riferito le Dogane di Pechino, registra un balzo del 12,5%, a fronte del 2,3% di gennaio-febbraio e al 4,4% atteso. Mentre l'import accusa una frenata ulteriore del 4,3%, dimezzando il -8,40% del primo bimestre, ma mancando il -2% di consenso.