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STATI UNITIStangata da 8.83 miliardi di dollari per BNP Paribas

01.07.14 - 07:35
La filiale svizzera del colosso bancario francese ha violato in modo grave gli embarghi americani
Reuters
Stangata da 8.83 miliardi di dollari per BNP Paribas
La filiale svizzera del colosso bancario francese ha violato in modo grave gli embarghi americani

NEW YORK - La filiale svizzera di BNP Paribas ha violato in modo grave gli embarghi americani: lo rileva l'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma) in una nota diramata stamane, annunciando provvedimenti. La Finma ha deciso un supplemento di fondi propri per rischi operativi nonché il divieto per due anni di condurre affari con società o persone fisiche oggetto di sanzioni da parte dell'Unione europea o degli Stati Uniti.

La Finma ha realizzato un'inchiesta a carico di BNP Paribas (Suisse) riguardo all'applicazione delle sanzioni statunitensi contro Cuba, Iran e Sudan, ma in particolare contro il Paese africano, precisa il comunicato. L'autorità di vigilanza ha constatato che l'istituto ha "ripetutamente commesso gravi violazioni dei propri obblighi di individuazione, limitazione e controllo dei rischi" fino al 2011, ma soprattutto tra il 2002 e il 2007.

 

Gravi violazioni - In particolare, la Finma ha constatato che "clienti sudanesi o iraniani hanno dato istruzioni a BNP Suisse di evitare qualsiasi riferimento al Sudan o all'Iran (...) in relazione a bonifici effettuati, al fine di evitare che gli ordini in questione fossero individuati e quindi bloccati nei filtri del traffico dei pagamenti internazionale".

 

Inoltre, BNP Suisse ha effettuato transazioni per conto di clienti sudanesi attraverso conti di una banca terza negli Stati Uniti. Le operazioni in questione sono quindi passate attraverso "banche satellite". "Attraverso questa procedura la banca statunitense ignorava che nella transazione fossero coinvolti clienti sudanesi", scrive la Finma.

 

BNP Suisse ha peraltro effettuato transazioni su divise di portata significativa e al di fuori degli Usa per conto di clienti colpiti da embargo. "Tali operazioni erano coperte da BNP Suisse e BNP Paribas". BNP Suisse ha inoltre emesso crediti documentari per volumi significativi per il finanziamento del commercio petrolifero sudanese.

 

Infine, "BNP Suisse ha recepito e attuato in modo incompleto la direttiva interna al gruppo tesa a precludere qualsiasi attività con clienti sudanesi. Di conseguenza, l'attinenza con il Sudan di una transazione non era registrata in maniera sistematica e l'operazione stessa non veniva quindi inibita", aggiunge l'autorità di vigilanza.

 

BNP Suisse si è esposta a rischi legali e di reputazione - La banca - scrive la Finma - "si è così esposta a rischi legali e di reputazione sproporzionatamente elevati, contravvenendo al requisito di un'organizzazione adeguata ai sensi del diritto di vigilanza elvetico". L'autorità di vigilanza non ha per contro ravvisato indizi di violazioni delle sanzioni svizzere.

 

Dalla procedura è anche emerso che, al fine di evitare ulteriori violazioni, BNP Suisse ha nel frattempo adeguato i propri processi applicati alle transazioni con partner commerciali in Paesi soggetti a sanzioni. La Finma provvederà a verificare la corretta e coerente implementazione di questi provvedimenti, impiegando a tale scopo "un soggetto terzo indipendente".

 

La FINMA provvederà altresì a indagare sulle modalità con cui consiglio di amministrazione, management e altri dipendenti di BNP Suisse risultavano coinvolti a vario titolo nelle mancanze riscontrate, si legge ancora nel comunicato.

 

“La solidità del gruppo non è in discussione” - La sanzione imposta dalle autorità americane è "molto significativa", ma "non rimette in discussione la solidità di BNP Paribas". Lo ha affermato l'amministratore delegato del gruppo bancario Jean-Laurent Bonnafé durante una teleconferenza, assicurando che i parametri di capitale dell'istituto resteranno in linea con i target di lungo termine.

 

Bonnafé ha inoltre smentito l'informazione, circolata sulla stampa francese nelle scorse settimane, secondo cui il gruppo non pagherà dividendi per l'esercizio 2014, sostenendo che l'istituto punta invece a mantenere la remunerazione degli azionisti a 1,50 euro per azione, la stessa dell'esercizio scorso.

 

"Siamo molto pentiti per la cattiva condotta che ha portato a questo accordo" su una sanzione da parte delle autorità americane, ha aggiunto ancora Bonnafé, secondo cui "gli errori che sono venuti alla luce nel corso delle indagini sono contrari ai principi con cui BNP ha sempre cercato di operare". Per questo, ha proseguito, l'istituto procederà a un rafforzamento dei suoi sistemi interni di controllo e monitoraggio dei processi.

 

Ats Ans

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