I vertici di Pilatus sono soddisfatti dei risultati «brillanti» ottenuti nell'anno del coronavirus
In particolare i jet d'affari si sono venduti «straordinariamente bene»
LUCERNA - Complice la crisi del coronavirus il 2020 ha comportato per Pilatus un calo dei ricavi, ma nessun crollo: il fatturato del costruttore aeronautico di Stans (NW) si è attestato a 1,1 miliardi di franchi, in flessione del 5% rispetto all'anno precedente. Il risultato d'esercizio è migliorato lievemente, passando da 153 a 155 milioni.
Al momento dello scoppio della pandemia la clientela ha mostrato un atteggiamento attendista per circa 4-6 settimane, ma la domanda è poi tornata a crescere, spiega l'azienda in un comunicato odierno. Complessivamente sono stati forniti 129 aeromobili, a fronte dei 134 del 2019. In particolare i modelli PC-12 (aereo d'affari monoturbina) e PC-24 (jet d'affari) si sono venduti «straordinariamente bene», si rallegrano i vertici. Importante per il futuro è stata inoltre la commessa proveniente dalla Spagna per 24 addestratori PC-21.
«Abbiamo superato a pieni voti un anno difficile», ha affermato il presidente del consiglio di amministrazione Oscar Schwenk, citato nella nota.
«Il team di gestione operativa sotto la guida del Ceo Markus Bucher ha fatto un lavoro eccezionale». Secondo Schwenk aver superato l'anno del coronavirus con un risultato definito brillante dimostra che Pilatus è un'azienda sana e con una buona strategia. Alla prossima assemblea generale, in programma in giugno, il presidente del Cda rimetterà il mandato, che deteneva dal 2006; a succedergli dovrebbe essere Hansueli Loosli, che è stato alla testa degli organi di sorveglianza di Swisscom e Coop.