Nel primo trimestre del 2022 in Svizzera si contavano 5,1 milioni di occupati
NEUCHÂTEL - Cresce il numero di lavoratori - soprattutto stranieri - e diminuisce la disoccupazione in Svizzera, perlomeno nel confronto annuo, mentre chi l'impiego ce l'ha lavora ormai per più ore di quanto facesse prima della pandemia: lo dicono i dati della RIFOS, la rilevazione sulle forze di lavoro che viene curata dall'Ufficio federale di statistica (UST).
Nel primo trimestre 2022 si contavano 5,1 milioni di occupati, l'1,7% in più dello stesso periodo dell'anno scorso. Nel confronto con il periodo ottobre-dicembre del 2021 vi è stata per contro una contrazione dell'1,5%: al netto degli effetti stagionali si assiste a una perfetta stabilità (0,0%), stando agli esperti dell'UST.
Più che gli svizzeri (+0,5% a 3,4 milioni) la crescita annua ha interessato gli stranieri (+4,1% a 1,7 milioni), con punte del +7,0% per i dimoranti e del +5,6% per i frontalieri, che a livello svizzero sono ormai 362'000. Quella dei lavoratori che teoricamente attraversano giornalmente il confine è inoltre anche l'unica categoria che aumenta (+1,5%) pure rispetto all'ultimo trimestre dell'anno passato.
I disoccupati secondo la definizione dell'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) erano 228'000, con una quota (rispetto alla popolazione attiva) del 4,6%, in progressione di 0,2 punti nel confronto con ottobre-dicembre e in flessione di 1,2 punti su base annua. A titolo di confronto, la disoccupazione calcolata mensilmente dalla Segreteria di Stato dell'economia (che si basa sugli iscritti agli uffici regionali di collocamento) si è attestata al 2,6% in gennaio, al 2,5% in febbraio e al 2,4% in marzo.
Come noto per disoccupato ai sensi dell'ILO si intende una persona che non ha un impiego, che ha cercato un lavoro nelle quattro settimane precedenti ed è disponibile a lavorare. L'indicatore in questione ha il vantaggio di permettere di fare confronti internazionali: il tasso elvetico risulta così più basso di quello di Eurozona (7,1%), Francia (7,7%) o Italia (8,6%), ma superiore a quello di diversi paesi, fra i quali possono essere citati ad esempio Germania (3,1%), Polonia (+3,4%) o Cechia (2,5%).
Anche sulla base dei dati ILO i senza lavoro nella Confederazione sono di più fra gli stranieri (7,9%, con una punta dell'11,3% per gli stati extra Ue e Aels) che fra gli svizzeri (3,4%).
Puntando i riflettori sulle fasce di età, il tasso di disoccupazione fra i giovani si è attestato al 7,2% (-0,5 punti nel confronto con il trimestre precedente, -1,6 punti su base annua); anche in questo caso il dato risulta sensibilmente più elevato di paesi confrontabili come la Germania (+4,9%).
I disoccupati di lunga durata (un anno e più secondo ILO) erano 95'000, 8'000 in meno di un anno prima. La durata mediana della disoccupazione è rimasta stabile a 228 giorni.
Intanto tra il primo trimestre del 2021 e quello del 2022 il tempo di lavoro settimanale effettivo per persona occupata è aumentato del 2,8%, superando anche il livello precedente alla pandemia di Covid-19 (+1,5% sugli analoghi tre mesi del 2019). Nel periodo in rassegna il 40,9% delle persone salariate ha lavorato almeno occasionalmente a casa.