L'utile del colosso delle materie prime ha superato i 12 miliardi di dollari. Dieci volte il risultato di un anno fa
ZUGO - Guadagni stratosferici per Glencore: il colosso delle materie prime con sede nel canton Zugo ha approfittato nel primo semestre dei prezzi elevati nel settore e dell'intensa attività di negoziazione.
Stando ai dati diffusi oggi l'utile si è attestato a 12,1 miliardi di dollari (11,6 miliardi di franchi), quasi dieci volte quanto realizzato nello stesso periodo del 2021. Il risultato operativo Ebit rettificato è salito da 5,3 a 15,4 miliardi di dollari. La maggiore redditività è stata generata dal balzo del fatturato, che ha beneficiato di una crescita del 43% a 134 miliardi.
La dirigenza spiega gli ottimi profitti da un lato con i prezzi record del carbone e dall'altro con il trading di prodotti energetici, che ha ottenuto risultati eccezionali "in un contesto di mercato complesso, volatile e rischioso, con estreme distorsioni e fluttuazioni di prezzo".
Il buon andamento degli affari si tradurrà in una manna per gli azionisti: l'azienda ha annunciato un dividendo straordinario e un programma di riacquisto di titoli. Per la prima parte del piano saranno assegnati circa 1,5 miliardi, per la seconda 3 miliardi, per un totale di elargizioni pari a 4,5 miliardi di dollari. Questo approccio è reso possibile perché l'indebitamento netto di 2,3 miliardi di dollari è chiaramente al di sotto del limite che si è imposto la società.
In prospettiva l'azienda prevede che i prezzi delle materie prime rimarranno elevati, in particolare in relazione al carbone e al gas naturale liquefatto, malgrado le condizioni finanziarie globali più difficili e il deterioramento del contesto macroeconomico. Glencore si aspetta però anche che i costi di estrazione rimangano piuttosto elevati e che le condizioni del commercio delle materie prime tornino alla normalità.
Quotata alle borse di Londra e Johannesburg, Glencore è una multinazionale con sede a Baar (ZG) e presente in oltre 35 paesi con 135'000 dipendenti, che si occupa di 60 materie prime, per alcune delle quali ha quote di mercato assai significative. Il gruppo, che si è fra l'altro posto l'obiettivo di zero emissioni entro il 2050, ha le sue origini nel Marc Rich Group fondato nel 1974 da Marc Rich, finanziere e imprenditore leggendario e controverso, morto nel 2013 a Lucerna. Per anni sulla lista dei ricercati più importanti dell'FBI americana, Rich aveva quattro cittadinanze: belga, israeliana, spagnola e americana. Accusato negli anni 80 dalla giustizia statunitense di evasione fiscale e commercio illegale di petrolio con l'Iran durante la crisi degli ostaggi, era stato graziato nel 2001 da Bill Clinton nel suo ultimo giorno di presidenza.