Secondo l'agenzia di rating Moody's, nessuno degli altri colossi mostra le debolezze che hanno affondato l'istituto svizzero
LONDRA / ZURIGO - È improbabile che le grandi banche europee possano essere risucchiate nella spirale di sfiducia che ha spinto Credit Suisse (CS) tra le braccia di UBS. È quanto rileva l'agenzia di rating Moody's, secondo cui nessuno degli altri undici colossi bancari del Vecchio Continente, tra cui Deutsche Bank e Bnp Paribas, mostra «le debolezze nel profilo di credito che hanno portato alla perdita di fiducia degli investitori e dei depositanti» nel caso di CS.
Mentre «quelle banche che hanno iniziato profonde e costose ristrutturazioni hanno in gran parte completato il processo», i depositi dovrebbero essere più stabili in Europa che negli Stati Uniti.
«Ciò aiuterà queste banche a proteggere la loro base di raccolta molto meglio in tempi di stress e di fragilità sui mercati, supportando così la stabilità della liquidità di questi istituti», conclude Moody's, del cui rapporto ha dato notizia l'agenzia di stampa economica statunitense Bloomberg.
Le banche considerate da Moody's sono quelle di rilevanza sistemica (G-Sib): Socgen, Bnp, Deutsche Bank, Santander, Hsbc, Barclays, Ing, Credit Agricole, UBS, Bpce e Unicredit.
Il salvataggio di Credit Suisse, afferma l'agenzia di rating, «dovrebbe aiutare nel tempo a recuperare la fiducia nel sistema bancario europeo» in quanto «elimina un punto di debolezza nel panorama bancario e assicura ai creditori senior della nuova e più grande banca protezioni addizionali».
Oltre che più stabili sul fronte dei depositi, le grandi banche europee dovrebbero reggere meglio delle loro controparti americane anche allo stress finanziario legato al rialzo dei tassi in quando «i portafogli di bond sono inferiori e la liquidità presso le banche centrali più elevata», con le riserve di liquidità che «limitano i danni che le oscillazioni nella valutazione mark-to-market possono produrre alle risorse liquide di una banca».