Sulla scia del boom dei prezzi, avere una casa propria nella città sulla Limmat è ormai un lusso
ZURIGO - Zurigo figura fra le città mondiali a maggiore rischio di bolla immobiliare, subito dopo la coppia Miami-Tokyo.
D'altra parte, sulla scia del boom dei prezzi degli ultimi anni avere una casa propria nella città sulla Limmat è ormai un lusso. È la conclusione a cui giungono gli esperti di UBS nell'ambito della loro analisi annuale Global Real Estate Bubble Index.
Un quarto in più in cinque anni - Acquistare un immobile di proprietà a Zurigo costa oggi quasi il 25% in più rispetto a cinque anni fa in termini reali, sottolineano gli analisti della grande banca. Negli ultimi quattro trimestri l'agglomerato ha inoltre registrato uno dei più alti aumenti degli affitti di tutte le città oggetto dello studio. La quota di abitazioni di proprietà risulta così in calo, poiché i nuovi condomini sono spesso affittati. «A causa della limitatissima mole di case di proprietà a Zurigo queste saranno sempre più percepite come un bene di lusso», scrivono gli specialisti.
Meno cara Ginevra - La situazione è un po' diversa a Ginevra: dalla pandemia i prezzi sono saliti solo della metà rispetto a Zurigo. Sono circa il 10% più alti in termini reali rispetto a cinque anni fa, ma sono rimasti stagnanti negli ultimi quattro trimestri. L'anno scorso la città di Calvino ha comunque registrato la più forte crescita demografica dal 2015, ponendo fine a un periodo di stagnazione di tre anni: di conseguenza negli ultimi quattro trimestri le pigioni sono progredite più dei redditi.
Dove si rischia di più e dove di meno - Le due principali città elvetiche figurano fra le 25 prese in considerazione dai ricercatori e si trovano entrambe ai primi posti. Nel dettaglio, il maggiore rischio di bolla viene riscontrato a Miami (l'indice è a 1,79 punti), città americana tallonata da Tokyo (1,67) e Zurigo (1,51). Più staccate ma con pericolo sempre elevato si trovano anche Los Angeles (1,17), Toronto (1,03) e Ginevra (1,00). Nella categoria di rischio moderato si inseriscono Amsterdam, Sydney, Boston, Francoforte, Monaco di Baviera, Tel Aviv e Hong Kong, Vancouver, Singapore, Dubai - città che ha registrato l'incremento più forte del punteggio - e Madrid. Basso è invece il rischio a San Francisco, Londra, New York, Parigi, Stoccolma, Varsavia, Milano e San Paolo.
I prezzi delle abitazioni, adeguati all'inflazione, nelle città analizzate sono in media circa il 15% più bassi rispetto alla metà del 2022, quando i tassi di interesse hanno iniziato a salire a livello globale. «Le città che hanno registrato le più forti correzioni sono quelle che hanno mostrato un elevato rischio di bolla immobiliare negli anni precedenti», osserva il dirigente di UBS Claudio Saputelli, citato in un comunicato. I prezzi reali di Francoforte, Monaco di Baviera, Stoccolma, Hong Kong e Parigi sono inferiori di circa il 20% rispetto ai picchi post-pandemia. Vancouver, Toronto e Amsterdam, invece, hanno registrato un calo dei di circa il 10% in termini reali. Negli ultimi quattro trimestri, la crescita dei prezzi delle case è stata contenuta: ma in località ambite come Dubai e Miami si è registrata un'ulteriore impennata.
Ergo... alloggi più piccoli - Concretamente tutto questo significa che le persone devono vivere in alloggi più piccoli. Lo spazio abitativo economicamente accessibile per un lavoratore qualificato del settore dei servizi è oggi in media del 40% inferiore rispetto al 2021, prima dell'aumento dei tassi di interesse globali. Un deterioramento significativo dell'accessibilità economica non determina però necessariamente una correzione dei prezzi, mettono in guardia gli esperti.