L'industra orologiera elvetica chiede che la questione sia discussa al più presto ai massimi livelli politici
GINEVRA - La Federazione svizzera dell'industria orologiera (FH) esprime disappunto per il giro di vite tariffario annunciato dal presidente americano Donald Trump. «La misura è ingiustificata perché nessun orologio americano importato in Svizzera sarà soggetto a dazi», afferma il presidente Yves Bugmann in dichiarazioni raccolte dall'agenzia Awp a margine del salone "Watches and Wonders" in corso a Ginevra.
A suo avviso non è quindi giustificata l'argomentazione dei cosiddetti dazi d'importazione reciproci. La bilancia commerciale tra i due paesi, tenendo conto dei servizi, è equilibrata. La Svizzera è anche uno dei maggiori investitori negli Stati Uniti, in particolare nel settore della ricerca e dello sviluppo.
«È importante che la questione venga discussa al più alto livello politico e che la Confederazione possa presentare la sua posizione», argomenta Bugmann. Si può presumere che i negoziati siano anche l'obiettivo del governo statunitense e Berna ha buoni argomenti.
Il dirigente si è detto peraltro deluso, ma non scioccato per quanto sta succedendo. Essendo un comparto molto orientato all'esportazione l'industria orologiera svizzera è abituata a essere esposta a tali difficoltà. Il consumatore americano sensibile ai prezzi potrà comunque acquistare orologi anche all'estero, conclude il manager.