Il fondatore di Holepunch sarà tra i docenti della Plan ₿ Summer School: «Vivrò una delle esperienze più gratificanti di sempre»
È di certo tra i protagonisti più attesi della Plan ₿ Summer School, su cui si alzerà il sipario il prossimo 2 luglio. Mathias Buus, con cui abbiamo realizzato una interessantissima intervista, è tra i massimi esperti al mondo di Peer to Peer (P2P), tecnologia arcinota ma molto spesso associata, dal grande pubblico, alla sola condivisione gratuita di file (come BitTorrent o eMule). In realtà, ha molto più da offrire di quanto si possa pensare. Oggi, grazie al ceo di Holepunch, scopriremo perché.
Quasi tutte le persone che conoscono l’espressione “Peer to Peer” la riconducono al download gratuito - non sempre legale - di film, musica e videogiochi. Potresti provare invece a spiegarci in che cosa consiste questa tecnologia?
Il P2P è definito dalla frase stessa: significa che si tratta di software che permettono alle persone e ai loro computer di interfacciarsi tra pari - “peers”, appunto - senza passare da intermediari o terze parti. Chiaro, ha vissuto molte evoluzioni e tanta gente lo conosce perché magari ha avuto familiarità, per esempio, con eMule, BitTorrent e simili, ma, da allora, questo meccanismo ha diretto la sua potenza altrove, senza minare il copyright, e molti sviluppatori informatici hanno creato delle app fantastiche che risultano veloci e molto più “democratiche”, perché non c’è bisogno di memorizzare i dati in luoghi centralizzati, né così sussiste la possibilità di monetizzare la loro gestione. In parole povere, funzionano come noi umani: quando parlo con un mio interlocutore, lo faccio direttamente. E perché, del resto, non dovrebbe essere così? Questo è ciò che mi piace del “Peer to Peer”, e il motivo per cui lavoro al fine di integrarlo in sistemi di comunicazione e pagamenti.
E che risultati fornisce, in termini di semplicità e sicurezza?
Quando creiamo sistemi P2P, cerchiamo di renderli non complicati, ma avanzati, per rendere fluido e semplice il collegamento tra persone. Ciò vuol dire che tale collegamento deve essere sicuro e verificabile fino in fondo… obiettivi che non sono raggiungibili pienamente con i sistemi centralizzati esistenti, perché tutto in quel caso confluisce in una “scatola nera”. Sostanzialmente, oggi, è come se qualcuno possedesse un posto, un contenitore di cui devi fidarti. Invece, noi cerchiamo di sfruttare al massimo tutte le potenzialità che la tecnologia “Peer to Peer” può offrire alle app, come la condivisione illimitata di file e l’apertura di chat, senza caratteristiche premium nascoste, proprio perché a livello tecnico non ce n’è bisogno e perché i dati sono scambiati solo tra gli utenti.
La centralizzazione dei dati, quindi, è meno sicura… ma anche perché è possibile che vengano violati e smarriti?
Sì, e succede in modo ricorrente. Di recente, ad esempio, è avvenuto a Discord, e tempo fa a LinkedIn. E poi arrivano e-mail di scuse… “la invitiamo ad aggiornare le password per mantenere la sua sicurezza”. Se tutte le informazioni stanno in un posto solo e se possederle ha un importante valore economico, è solo questione di tempo e probabilità: prima o poi verranno violate.
E il problema è che adesso, dopo i fenomeni BitTorrent, eMule, Kazaa e Napster, abbiamo attraversato un ciclo in cui tutti i servizi sono in abbonamento e centralizzati. La fortuna, però, è che oggi possiamo avere app sicure e semplici con tecnologie P2P, e che al contempo rispettino sempre normative di ogni genere e leggi sul copyright.
Ed è per fare ciò che nasce anche Holepunch, giusto?
Sì, Holepunch è un'azienda che abbiamo fondato con il supporto di Bitfinex e Tether un paio di anni fa, che si concentra proprio sulla costruzione di applicazioni P2P per i consumatori e infrastrutture collegate che si fondino sulla medesima tecnologia, provando a renderle accessibili a chiunque, senza che sia necessariamente un esperto. Gente comune, programmatori non iper-specializzati… per far sì che possano facilmente “sbloccare le cose”. Se volete provare una nostra app, cercate sugli store del vostro smartphone “Keet”: è una specie di Google Meet totalmente “Peer to Peer”. Alla fine dei conti, il nostro lavoro è molto difficile, ma decisamente gratificante, perché stiamo lavorando anche sul rendere possibile il trasferimento monetario con logiche tra pari, senza l’intermediazione di banche.
Parlerai di questo, durante la Summer School a Lugano? Di come integrare queste tecnologie con la blockchain di Bitcoin?
In parte, ma non sarà niente di eccessivamente tecnico: cercherò di dare una visione complessiva sulle buone applicazioni della tecnologia, un modo di pensare, una serie di possibilità per costruire grandi progetti utilizzando le logiche P2P. Ovviamente, nella seconda parte del corso, quella che vedrà approfondimenti in termini di sviluppo e coding, mostrerò la suite di Holepunch, con l’obiettivo di trasferire agli studenti le informazioni fondamentali per lavorare con essa e, mediante questo strumento, costruire già dei prototipi delle loro idee e del loro prodotti. Mi piace molto insegnare, aiutare le persone trasmettendo conoscenza e competenza, quindi credo che questa sarà per me una delle esperienze più gratificanti di sempre.