Voliamo sull’isola di Pico, una delle 9 isole dell’arcipelago delle Azzorre, vi racconto la breve storia su di essa.
Un viaggio nel mare può rappresentare un modo per conoscere i misteri dei suoi fondali, ma anche il Paese da cui è bagnato.
E non c’è luogo più piacevole, e al tempo stesso raggiungibile abbastanza facilmente, nove scogli tutti neri, a causa dell’origine vulcanica di queste terre, tra le caratteristiche principali dell’ isola è sicuramente il vulcano , il Pico. L’entroterra dell’isola è montuosa ed è abitata da mucche in pascolo.
Ci sono diverse riserve naturali. Vicino alle coste ci sono i vigneti a terra, riparati da labirinti di sassi laviche per proteggere le vigne dai venti e salsedine. Ma l’attività che piu è amata è sicuramente l’avvistamento delle balene, dei delfini, il cosiddetto whale watching.
Una vera tradizione alle Azzorre dove gli abitanti sono abituati, da secoli, alla presenza di tali creature nelle loro vite.
Risale, infatti, all’ottocento l’introduzione della caccia ai cetacei, da parte di alcuni marinai emigrati dagli Stati Uniti.
In passato, quando la caccia ai giganti del mare, ai capodogli, era permessa, gli abitanti ne avevano fatto uno stile di vita, una professione.
Sulle isole erano disposte le torri di vedetta per l’avvistamento delle balene in mare aperto e, a mammifero individuato, la sirena dava il via alla cattura.
Le baleniere si allontanavano dai porti isolani, e tutto aveva inizio.
Una volta catturata la preda, entrava a far parte del processo industriale da cui trarre, ad esempio, olio per lubrificanti, carni per l’alimentazione. Oggi, questo capitolo è chiuso e alcuni vecchi edifici adibiti all’avvistamento delle balene sono riconvertiti in musei e aperti al pubblico.
Per conoscere una realtà a cui non tutti si avvicinano.
La caccia si pratica ancora adesso, ma è una caccia di altro genere. Solo fotografica.
Gli enti turistici locali organizzano gite oceaniche, non lontane dalle coste da cui le imbarcazioni partono ospitando viaggiatori, provvisti di binocoli e pazienza.
Queste passeggiate sul bordo dell’Oceano possono durare molte ore, visto che le balene non hanno un calendario o un orario da rispettare. Sono discrete, e si mostrano solo quando vogliono.
Ogni tanto, quando le barche si arrestano e si lasciano cullare dalle onde, è allora che si scorge, in lontananza, un movimento, uno sbatter d’ali, uno spruzzo d’acqua che attira l’attenzione.
Di solito è la coda, sinuosa, elegante e argentea, di un cetaceo.
Ursula Moghini