Quale sarà il futuro del franco svizzero e quali le previsioni per il cambio euro/franco? Le prime ipotesi a seguito della chiusura del prim
Non è facile fare delle ipotesi su quale sarà l’andamento del franco svizzero nel resto del 2024. Molti sono i fattori che possono influenzare i movimenti della valuta elvetica, in particolare in un momento storico come questo in cui l’incertezza a livello geopolitico regna sovrana. Anche l’anno passato, il 2023, è stato segnato dall’incertezza globale e il franco svizzero si è distinto per essersi rafforzato nei confronti delle altre valute, in particolare sull’euro e sul dollaro. Gli investitori hanno cercato rifugio in valute forti, come appunto la divisa elvetica. Inoltre, la politica fiscale della Banca Nazionale Svizzera per tutto il 2023 è stata mirata a tenere la soglia dell’inflazione al di sotto del 2%. Gli aumenti dei tassi di interesse applicati dalla BNS hanno contribuito a rendere il franco interessante per gli investitori.
Nel complesso, nel 2023 il franco ha registrato un forte aumento delle quotazioni, pari al 4,5% sull’euro e al 5,5% sul dollaro americano, con un calo del cambio EUR/CHF a 1,0761 a fine dicembre 2023. La diminuzione del tasso di cambio EUR/CHF ha reso i prodotti di importazione verso la Svizzera meno costosi e ha permesso ai lavoratori frontalieri di aumentare il loro potere d’acquisto. Di contro, però, le aziende di esportazione hanno sofferto uno svantaggio competitivo e hanno visto diminuire il numero degli ordini in entrata (ne abbiamo parlato nell’articolo: “Il franco svizzero troppo forte costringe le industrie al lavoro ridotto”).
Cosa accadrà ora al franco e al tasso di cambio EUR/CHF?
Il 2024 si è aperto in Svizzera con l’inflazione ancora sotto il 2%. Le ultime previsioni pubblicate dalla Banca nazionale svizzera puntano al ribasso rispetto a quanto era stato previsto nel mese di dicembre 2023, quando si attendevano prezzi al consumo rispettivamente all’1,9% per il 2024 e all’1,6% per il 2025. A oggi, basando la stima sull’assunto che il tasso guida della SNB rimanga all’1,5% lungo tutto l’orizzonte di previsione, l’aspettativa per i prezzi al consumo si attesta all’1,4% per il 2024, all’1,2% per il 2025 e all’1,1% per il 2026.
Proprio il calo dell’inflazione e il reale apprezzamento del franco hanno portato la BNS a essere la prima banca centrale ad abbassare i tassi di interesse di 0,25 punti percentuali. Nel mese di marzo il tasso centrale è passato dal precedente 1,75% all’attuale 1,50%. La conseguenza di questa decisione è stata l’immediata svalutazione del franco. Tuttavia, secondo Enrico Lanati, cambiavalute professionista di Cambiavalute.ch, la svalutazione del franco svizzero dopo la decisione della SNB “è un evento normale e potrebbe estendersi ancora. Tuttavia nel lungo periodo la valuta elvetica mantiene sempre il suo ruolo di valuta rifugio e pertanto ci aspettiamo che torni ad apprezzarsi come ha fatto negli ultimi dieci anni” (ne abbiamo parlato nell’articolo: “La SNB fa contenti gli imprenditori, non i frontalieri”).
Thomas Jordan, presidente uscente della BNS, non ha nascosto che in un clima di incertezza come quello odierno è necessario tenere alta la guardia ed essere pronti ad agire:
“Nel contesto attuale l’incertezza rimane tuttavia elevata. Pertanto, osserveremo attentamente l’ulteriore evoluzione dell’inflazione e se necessario adegueremo nuovamente la politica monetaria. Ribadiamo anche la nostra disponibilità ad agire all’occorrenza sul mercato dei cambi” ha dichiarato a seguito dell’abbassamento del tasso di interesse.
La spinta all’economia che potrebbe derivare dall’abbassamento del tasso di interesse, dovuta al minor costo degli investimenti e dei prestiti, potrebbe influenzare il tasso di cambio tra euro e franco, così come potrebbe influenzarlo l’eventuale decisione della Banca centrale europea di seguire le orme della BNS ed abbassare i tassi di interesse nella prossima riunione a giugno.
Per quanto riguarda la situazione geopolitica mondiale, il clima è purtroppo di assoluta incertezza. Il protrarsi della guerra in Ucraina, le tensioni tra USA e Cina per l’isola di Taiwan, l’acuirsi delle tensioni in Medio Oriente, e le elezioni politiche del 5 novembre 2024 negli Stati Uniti, sono tutti fattori che potrebbero dare una nuova spinta alla forza del franco sulle altre valute, in particolare sull’euro.
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