Nuova serie di reportage dedicato alla ripresa del turismo nel futuro prossimo del dopo-pandemia
MERANO - Lo sapevate che l'Alto Adige è la più grande regione di coltivazione continua di mele d'Europa? Oppure che ogni anno in Alto Adige si producono circa 40 milioni di bottiglie di vino e che a Caldaro, sulla Strada del Vino dell'Alto Adige, ci si può tuffare nel più caldo lago balneabile delle Alpi?
L'Alto Adige è alpino e mediterraneo, ha le Dolomiti e i vigneti. Attraversa ponti tra i suoi contrasti culturali, parla tedesco, italiano e ladino. Questa regione autonoma mantiene la sua tradizione e la unisce al presente. Per gli operatori turistici è divertimento e vicinanza alla natura.
La storia dell'Alto Adige è ricca di contrasti come il suo paesaggio. Dal 1363 questo territorio faceva parte dell'Impero asburgico come Contea del Tirolo, da cui si è distaccato nel 1919, dopo la fine della prima guerra mondiale, e premiato all'Italia. Naturalmente, la regione si è insediata anche prima. Molto prima, infatti, come dimostra la scoperta della mummia del ghiacciaio Ötzi, famosa in tutto il mondo. Immergetevi nella storia emozionante e ricca di avvenimenti dell'Alto Adige e scoprite dove è possibile conoscere meglio la storia dell'Alto Adige di oggi.
Sono le persone e la storia unica che fanno di questa regione quello che è. La joie de vivre italiana si fonde con l'autostima rurale. Il contrasto tra Mediterraneo e Alpi caratterizza la terra e la sua gente. In Alto Adige le tradizioni e i costumi sono apprezzati e vissuti, e allo stesso tempo c'è spazio per qualcosa di nuovo, di innovativo. Conoscere le persone che formano questo “primo sud”, le celebrità, ma anche il "popolo" altoatesino. Scoprite la storia movimentata dell'Alto Adige e scoprite dove potrete viverla in vacanza. Immergetevi nelle usanze del paese che rivelano tanto della cultura e sfogliate il ricco tesoro di leggende altoatesine che vi porterà in luoghi speciali.
Per avere delle informazioni di prima mano, ci siamo rivolti ad professionista ed esperto: Erwin Hinteregger, CEO dell’organizzazione turistica altoadesina.
Dove si trovano le origini del turismo in Alto Adige?
Il turismo in Alto Adige ha origini secolari. Nella seconda metà del 19. Secolo, ad esempio, l’imperatrice Elisabetta, più nota come imperatrice Sissi, scelse Merano come luogo di vacanza nei mesi invernali.
A partire dalla fine della seconda guerra mondiale, il turismo ha iniziato a svilupparsi prima in singole valli e, nei decenni successivi, in tutto il territorio dell’Alto Adige.
Quale è stata da allora l’evoluzione dell’offerta e della domanda?
La domanda si è evoluta radicalmente nell’arco dei decenni, così come l’offerta, che però è sempre rimasta fedele ai suoi principi: la cordialità delle persone, il forte legame con la natura e la qualità dell’offerta. Questi principi hanno permesso un notevole sviluppo nell’arco del tempo, riuscendo a rispettare sempre le richieste e aspettative di una clientela nuova.
Le infrastrutture sono state modernizzate costantemente, dalle strutture ricettizie, agli impianti di risalita, e le competenze sono state ampliate, ad esempio nel wellness e nella gastronomia, al punto da diventare una delle più ambite destinazioni turistiche in Europa.
Come si presenta il mix dei segmenti di mercato odierni?
I mercati di riferimento principali per l’Alto Adige sono tutt’oggi l’Italia, la Germania, la Svizzera e l’Austria, ai quali si aggiungono molti mercati emergenti, sia all’interno dell’Europa, sia esterni.
L’ospite che visita l’Alto Adige è generalmente amante della natura, buongustaio e alla ricerca di un’offerta qualitativamente molto alta.
Quale è il concetto alla base del vostro marchio? Quali i vostri valori e la strategia di mercato?
Il marchio Alto Adige ha avuto un ruolo molto importante nello sviluppo degli ultimi anni ed è riuscito ad affermarsi sul mercato internazionale del turismo. Ora vogliamo svilupparlo ulteriormente e renderlo un marchio regionale in grado di comunicare le competenze principali del nostro territorio: la destinazione turistica, il territorio di origine di prodotti agroalimentari e il luogo per le imprese e l’artigianato. Lo scopo è di sviluppare ulteriormente il marchio in modo da renderlo maggiormente competitivo sul mercato internazionale nei settori di eccellenza del nostro territorio.
Come siete strutturati: quali i servizi centralizzati e quali invece si trovano sul posto?
A livello turistico, l’Alto Adige può contare su un’ottima rete. Accanto a IDM Alto Adige, che si occupa principalmente della promozione dell’Alto Adige e della coordinazione con le organizzazioni turistiche locali, si focalizzano queste ultime sullo sviluppo del prodotto turistico. Inoltre possiamo contare sull’ottimo lavoro svolte dalle singole strutture turistiche, sia in termini di promozione, come anche nello sviluppo del prodotto e dell’offerta. L’ottima collaborazione tra le varie istituzioni, organizzazioni e associazioni di categoria (es. HGV – Unione albergatori e pubblici esercenti dell’Alto Adige, associazione esercenti funiviari dell’Alto Adige ecc.) garantisce un’ottima strutturazione dell’intero territorio.
Quale è stato l’effetto della prima ondata? Avete tratto delle lezioni dall’emergenza?
La prima ondata ha colpito tutti in modo inaspettato e drammatico. All’inizio è stato difficile capire la vera portata dell’emergenza, che ha azzerato nei primi tempi l’intero flusso turistico. Sin dall’inizio abbiamo posto la sicurezza e la salute dei nostri ospiti, della popolazione locale e dei collaboratori del turismo in primo piano e a marzo 2020 siamo stati la prima regione alpina a chiudere tutti gli impianti di risalita e le strutture turistiche. Nei mesi del lockdown abbiamo lavorato intensamente a protocolli e misure di sicurezza, che abbiamo applicato con successo nei mesi successivi. Ciò ci ha permesso di avere una stagione estiva oltre le aspettative. L’esperienza raccolta nel 2020 ci sta aiutando anche nella situazione attuale, e ciò ci permette di essere fiduciosi anche rispetto ai prossimi mesi. Siamo certi che supereremo anche i prossimi mesi difficili e che saremo in grado di rilanciare a pieno il nostro territorio.
Quali sono stati gli esiti dei test di massa? Qualche spiraglio di luce in ambito turistico?
I test di massa hanno permesso di avere una visuale completa della situazione epidemiologica sul territorio. Anche se ciò non ha prodotti effetti immediati per il turismo, possiamo affermare che i test di massa hanno dato un contributo essenziale per evitare che i reparti e le terapie intensive negli ospedali si sovraccaricassero. In ambito turistico la situazione è monitorata quotidianamente e speriamo che l’andamento dell’epidemia permetta di ripartire al più presto in sicurezza.
La visione del turismo dopo la pandemia? Tornerà tutto come prima oppure state modificando i vostri piani a breve e medio termine?
L’attuale pandemia ha colpito tutto il mondo e sicuramente lascerà il segno, comportando molti cambiamenti. L’importante è che tali cambiamenti portino ad uno sviluppo positivo, in modo tale, che la crisi possa trasformarsi in nuove opportunità. Dal lato nostro non sarà necessario cambiare radicalmente i piani, ma perseguire con forza ancora maggiore i traguardi che ci siamo posti già prima della pandemia. Continueremo a puntare fortemente sulla qualità, sulla sostenibilità e sulla regionalità, elementi che sicuramente saranno rafforzati dall’emergenza attuale e accelerati nel loro sviluppo.
Il mio viaggio alla scoperta di questa regione, a cavallo delle Alpi, non finisce qui. Dopo aver parlato con il gran “Touristiker”, visiterò per voi le città di Merano, con i suoi parchi e le terme, e Bolzano, facendo tappa anche in un’azienda vinicola. Spero che la mia esperienza possa dare spunto a qualcuno per partire, una vota terminata la pandemia, nel Südtirol. Nel “DopoCovid” appunto!
Testo a cura di Claudio Rossetti
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