Eventi e visite notturne alle fortificazioni sono parte di un masterplan turistico
BELLINZONA - Le mura difensive che attraversano la valle e i tre castelli di Bellinzona sono Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO dal 2000. Ma hanno una storia movimentata alle spalle. Lo scorso finesettimana si è svolto nella capitale del nostro cantone un’interessante manifestazione storico-culturale con artisti di strada, musicisti, tamburini, giocolieri, giullari, mangiafuoco e con rievocazioni storiche, persino un banchetto del re.
Epicentro della manifestazione è stato il centro storico da piazza Nosetto a piazza Collegiata trasformando le piazze in un palco itinerante, tutto per far rivivere la storia del borgo con atmosfere medievali. Durante i tre giorni del festival sono state vecchie locande con animazione e gastronomia e persino delle visite serali guidate alla scoperta della Fortezza di Bellinzona. Ho l’occasione di seguire il gruppo guidato dall’esperta Claudia Maspoli. Assieme ad una ventina, tra turisti e residenti, scopriremo le viuzze che portano a San Michele, dove sorge Castelgrande, per entrare poi nelle viscere della “murata”.
«Tre sono i castelli costruiti nel corso della storia a Bellinzona. Il Castelgrande, il più grande dei tre castelli, si trova al centro della città. Il castello intermedio si chiama Montebello ed è considerato il più bello delle tre fortificazioni, ma la vista migliore si ha dalla fortificazione superiore, Sasso Corbaro», spiega la nostra guida. I tre castelli sono collegati da un muro difensivo che attraversa l'intera valle. Le fortificazioni visibili oggi risalgono principalmente al XV secolo. Ma la storia dei Castelli di Bellinzona va molto più indietro nel tempo.
Le prime tracce di insediamento, come tombe e rovine isolate del periodo neolitico, furono scoperte nel IV millennio avanti Cristo. I reperti si concentrano sulla collina rocciosa su cui sorge Castelgrande. Presumibilmente, le persone scelsero la stretta valle con la collina prominente come luogo di residenza per la sua buona posizione difensiva. Le indagini archeologiche indicano che il sito fu abitato anche nell'età del bronzo e del ferro.
La collina rocciosa di Castelgrande servì come base per la conquista della regione alpina da parte dell'imperatore romano Augusto intorno al 15 avanti Cristo. Tuttavia, la fortificazione romana fu nuovamente abbandonata circa 100 anni dopo. Nel IV secolo fu costruita una nuova fortificazione, Bellinzona divenne parte di una catena di fortificazioni di blocco alle uscite meridionali delle Alpi. Dopo la conquista dell'Italia settentrionale da parte dei Longobardi, la fortificazione di Bellinzona proteggeva dalle invasioni dei Franchi e degli Alemanni dal nord.
Nell’anno 1340 i milanesi Visconti entrarono in possesso di Bellinzona. Questo cambiamento ha comportato un forte aumento del traffico commerciale attraverso il Passo del Gottardo. Per tutto il XV secolo, gli urani e i loro confederati tentarono di conquistare Bellinzona, ma i milanesi "comprarono" la pace con doni in denaro, privilegi commerciali e cedendo le valli del Ticino settentrionale agli urani. Concentrarono i loro sforzi di difesa su Bellinzona e ampliarono le vecchie fortificazioni in una diga quasi inespugnabile. L'imponente spettacolo che le fortificazioni di Bellinzona offrono oggi può essere fatto risalire alle attività di costruzione dei duchi nel XV secolo.
«Dopo aver combattuto a fianco del re francese Luigi XII contro i milanesi e aver vinto, i Confederati lottarono per anni per le fortificazioni di Bellinzona che erano già state promesse loro. Nel Trattato di Arona, furono riconosciute le rivendicazioni di Uri, Svitto e Nidvaldo. La contea di Bellinzona e le sue fortificazioni furono quindi sotto il dominio di Uri, Svitto e Nidvaldo fino alla scomparsa dell'Antica Confederazione nel 1798 e l’arrivo di Napoleone», conclude Claudia.
Personalmente ho apprezzato molto la visita guidata perché offre l’opportunità di conoscere la storia, gli eventi e le costruzioni direttamente sul posto. Oggi vi sono percorsi con spiegazioni che possono essere attivate tramite un codice QR, ma non vi è nulla di più appagante della possibilità di porre domande e fare osservazioni (dal vivo) lungo un percorso. L’ente turistico organizza diverse escursioni e attività legate alla Bellinzona medievale. Vi consiglio di informarvi direttamente sul loro programma.
Quale è il bilancio che l’Organizzazione turistica Bellinzona e valli trae da questa prima edizione? Lo abbiamo chiesto alla responsabile del marketing e della comunicazione. «Siamo molto soddisfatti dell’evento in quanto il tema del medioevo e dell’animazione medievale rientra nei nostri temi strategici – spiega Debora Beeler. Nella nostra regione sono presenti importanti monumenti storici come la Fortezza di Bellinzona o ancora il Castello di Serravalle e questo è un nuovo modo per mettere in evidenza anche queste importanti peculiarità del territorio che contraddistingue la regione, e che saranno valorizzati anche da manifestazioni e soprattutto gastronomia medievale».
Grazie ad una stretta collaborazione con i ristoranti e la destinazione potrà profilarsi turisticamente sul tema medievale, un aspetto che rispecchia l’identità di questa regione che rimane una delle più autentiche del panorama turistico ticinese. Il lavoro d’equipe nel turismo è determinante: «Con le manifestazioni legate ad “Antica” si è dato il via anche alla cucina gastronomica medievale nei ristoranti del comprensorio, dove sono state riprese alcune delle ricette medievali del celebre Maestro Martino, e che saranno proposte regolarmente nelle carte dei menù, e dove saranno man mano introdotti sempre più ristoranti della regione», conclude la mia interlocutrice.
Testo a cura di Claudio Rossetti
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