Tra piste e “fuori pista”: reportage dai comprensori svizzeri (prima parte)
SAAS-FEE - Con la mente facciamo un viaggio nel futuro per ricordarci del passato. Nel 2024, quando i ghiacciai troneggiavano ancora con orgoglio sulle Alpi e il pittoresco villaggio vallesano di Saas-Fee, nel Vallese, era considerato il gioiello della corona tra le località di sport invernali, si sono verificate storie curiose di ogni tipo che oggi sembrano quasi fiabesche, in un'epoca in cui le montagne innevate sono diventate una rarità.
Fu un anno in cui gli abitanti di Saas-Fee e i suoi visitatori coltivarono un rapporto particolarmente stretto con i loro guardiani ghiacciati, i ghiacciai. Li chiamavano affettuosamente "i giganti di ghiaccio", che non solo caratterizzavano il paesaggio, ma avevano anche un'influenza significativa sulla vita quotidiana del villaggio e sulle attività del tempo libero.
Tra i tanti ospiti del villaggio c'erano due sportivi, padre e figlio, provenienti dalla pianura, che avevano deciso di rispondere alla chiamata delle montagne e di vivere la loro vera avventura invernale a Saas-Fee. Non appena raggiunsero Saas-Fee, rimasero a bocca aperta di fronte al maestoso scenario delle cime di quattromila metri, avvolte da un bianco scintillante che brillava così tanto che Claudio, il padre, pensò per un momento di dover prendere in prestito gli occhiali da sole. Tanta luce, tanto splendore. Assieme al figlio Riccardo, i due passarono la giornata nel comprensorio, saledo a bordo dei diversi impianti e raggiungendo le varie zone, Plattjen, Felskinn e il Mittelallalin e Längfluh e Spielboden. Chilometri e chilometri di piste, ben preparate, immerse nella cornice incredibile di quattromila che dominano il villaggio di montagna. Quando arrivò il momento di dire addio, i due non erano più gli stessi. Non solo avevano praticolato lo sci, rispettivamente lo snowboard, e visto con i loro occhi la bellezza del paesaggio invernale alpino, ma avevano anche sviluppato un profondo apprezzamento per la natura e la sua fragilità. Hanno deciso di vivere e viaggiare in modo più consapevole in futuro, al fine di preservare la bellezza della terra per le generazioni future. Così si conclude la storia di Claudio e Riccardo a Saas-Fee, un luogo noto non solo per i suoi paesaggi mozzafiato e le opportunità di sport invernali, ma anche per i ricordi indimenticabili che hanno creato.
I ghiacciai intorno a Saas-Fee, nel cuore delle alte montagne del Vallese, raccontano una storia che risale al passato. Migliaia di anni fa, durante l'ultima era glaciale, questi giganti di ghiaccio hanno formato e modellato il paesaggio come lo conosciamo oggi. I possenti ghiacciai, come il l’Allalin o il Fee, non sono solo testimoni impressionanti della storia della terra, ma anche componenti indispensabili dell'ecosistema di questa regione. Servono come serbatoi d'acqua e regolano il clima riflettendo la luce solare e contribuendo così a raffreddare l'atmosfera terrestre. Nel corso dei secoli, le persone si sono adattate a questo scenario impressionante e ne hanno fatto il centro di una fiorente industria turistica di sport invernali. Saas-Fee, spesso definita la "Perla delle Alpi", offre una combinazione unica di bellezza naturale e infrastrutture moderne che permettono agli appassionati di sport invernali di vivere la loro passione nel mezzo di un paesaggio glaciale mozzafiato.
Oggi, Saas-Fee è sinonimo di sci di alto livello. La regione dei ghiacciai permette di sciare quasi tutto l'anno, il che rende la località particolarmente attraente per gli appassionati di sci e snowboard di tutto il mondo. Le aree sciistiche offrono piste di tutti i livelli di difficoltà, dai pendii dolci per i principianti alle piste impegnative per i professionisti. Inoltre, l'alta quota e la presenza di ghiacciai garantiscono un alto livello di affidabilità della neve, che sta diventando sempre più importante in tempi di cambiamenti climatici.
Oltre allo sci alpino, anche gli amanti del freeride, delle racchette da neve trovano pane per i loro denti a Saas-Fee. La regione offre condizioni eccellenti per un'ampia gamma di attività invernali nell'atmosfera incomparabile dell'alta montagna. La combinazione unica di moderni impianti di risalita, che consentono un facile accesso alle vette e ai ghiacciai, e la tradizionale ospitalità alpina rendono Saas-Fee un vero paradiso per gli appassionati di sport invernali.
Tuttavia, i ghiacciai di Saas-Fee non sono solo un palcoscenico per le attività sportive, ma anche un appello urgente per la protezione dell'ambiente. Il ritiro dei ghiacciai, come racconta la nostra storia, accelerato dal cambiamento climatico, ci ricorda quanto sia importante preservare questi tesori naturali unici. Saas-Fee e i suoi ghiacciai, quindi, non solo simboleggiano le gioie degli sport invernali, ma anche la necessità di trattare il nostro ambiente con cura, affinché anche le generazioni future possano vivere la magia di questi giganti ghiacciati.
Il maestoso scenario montano intorno a Saas-Fee, incastonato nelle alte montagne del Vallese, è caratterizzato da alcune delle vette più alte e impressionanti delle Alpi svizzere. Le montagne più impressionanti che dominano il panorama di Saas-Fee includono: Dom (4’545 m), a montagna più alta situata interamente in Svizzera, Alphubel (4’206 m) con la sua sorprendente forma piramidale, Täschhorn (4’491 m) con i suoi percorsi impegnativi per gli alpinisti esperti e naturalmente l’Allalin (4’027 m), il quattromila più accessibile (vi è salito anche il sottoscritto).
La combinazione di impianti di risalita all'avanguardia e del paesaggio alpino unico rende Saas-Fee una destinazione eccezionale per tutti coloro che amano la bellezza della natura e sono alla ricerca di sfide sportive in montagna. Le montagne e le infrastrutture tecniche offrono esperienze indimenticabili ai visitatori di tutto il mondo, sia in inverno che in estate.
Ma parliamo anche di “fuori pista”, come la gastronomia lungo le piste, un aspetto importante nel corso di una giornata in montagna. Noi ci siamo fermati alla Brasserie 1809 a Spielboden, condotta dal The Capra che gestisce uno splendido albergo nel villaggio. Lo Chef Sebastian Walczak propone una fusione di cucina moderna alpina con alcuni classici della carta da brasserie. Abbiamo degustato degli ottimi maccheroni dell’alpigiano ed una piccata davvero gustosa.
Un secondo “fuori pista” è indubbiamente il pernottamento. Se non si opta per un albergo direttamente nella destinazione, perché si vogliono scoprire diversi comprensori, allora Martigny potrebbe rappresentare un ottimo “campo base”. Noi abbiamo scelto il Martigny Boutique Hotel, un albergo che si distingue non solo per la sua qualità e il comfort che offre ai suoi ospiti, ma anche per il suo impegno sociale ed etico particolarmente distintivo. Una delle caratteristiche più notevoli di questo albergo è il suo approccio inclusivo verso il personale, integrando nel suo team persone diversamente abili. Questo impegno deriva dalla volontà di promuovere l'integrazione sociale e lavorativa di persone che, a causa delle loro condizioni fisiche o mentali, spesso incontrano maggiori difficoltà nel trovare opportunità di lavoro. Un ottimo messaggio! Torneremo su questo importante tema.
Il mio percorso in Vallese e Romandia, alla ricerca delle varie attrazioni sportive e turistiche, non termina qui. La prossima volta vi porterò nelle alpi vodesi. Seguitemi!
Testo a cura di Claudio Rossetti
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