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Viaggi & TurismoLe Roselet, il paradiso dei cavalli in pensione

20.12.24 - 13:56
Un viaggio tra ‘tic tac’, altopiani mozzafiato, architettura e cavalli (terza parte)
CR, V. Bourut e Jura Tourisme
Cavalli in libertà
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Le Roselet, il paradiso dei cavalli in pensione

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Un viaggio tra ‘tic tac’, altopiani mozzafiato, architettura e cavalli (terza parte)

SAIGNELEGIER - Nel cuore del Giura svizzero, una regione da sempre legata alla tradizione equestre, sorge la Fondazione Le Roselet, un vero paradiso per cavalli anziani e pensionati. Fondata da Hans Schwarz, un uomo visionario con una passione profonda per questi animali nobili, la fondazione è oggi un punto di riferimento internazionale per chi desidera garantire ai propri cavalli una vita dignitosa e serena anche dopo il loro periodo di attività.

Hans Schwarz era un uomo dal carattere tenace e dal cuore grande. Nato in una famiglia contadina nel Giura, sviluppò fin da giovane un legame speciale con i cavalli, che per lui rappresentavano non solo un mezzo di lavoro ma anche compagni fedeli. Dopo aver lavorato per molti anni come allevatore e addestratore, Schwarz decise di dedicare la sua vita al benessere degli animali anziani. La sua idea nacque osservando cavalli ormai inutilizzabili per il lavoro e spesso trascurati. Con grande determinazione, nel 1958 fondò la Fondazione Le Roselet, un luogo unico dove i cavalli potessero trascorrere i loro ultimi anni in pace. Schwarz era noto per il suo approccio pratico e la sua profonda empatia. La sua dedizione ha ispirato generazioni di amanti dei cavalli e ha gettato le basi per un modello di gestione che combina rispetto per la natura e conoscenze moderne di veterinaria.

La Fondazione Le Roselet ospita attualmente circa 200 cavalli, tra cui tre provenienti dal Ticino. I cavalli accolti hanno generalmente più di 18 anni e vengono affidati alla fondazione dai loro proprietari, che spesso non hanno più la possibilità di occuparsi di loro. Una volta ceduti, la fondazione si prende cura di tutto: dai bisogni quotidiani alla gestione veterinaria. Durante la bella stagione, i cavalli vivono all’aperto in ampi pascoli, in libertà, come parte di branchi socialmente
equilibrati. Questo stile di vita permette loro di ritrovare una connessione con la natura e di godere della loro pensione in piena serenità.
È un
modello di gestione che riflette l’importanza di rispettare i ritmi naturali degli animali, garantendo loro un ambiente sicuro e stimolante.

In occasione della visita ho avuto l’opportunità di parlare con Cynthia Rindlisbacher, una delle collaboratrici della fondazione, che mi ha raccontato di più sulla missione e il funzionamento di Le Roselet. Può raccontarci qualcosa di più sulla figura di Hans Schwarz? «Hans Schwarz è stato un uomo incredibile, un pioniere nel vero senso della parola. Non era solo un esperto di cavalli, ma anche una persona dotata di una straordinaria capacità di ascoltare e comprendere le esigenze degli animali. Il suo sogno era creare un rifugio dove i cavalli potessero vivere gli ultimi anni della loro vita in serenità. Era molto pratico: non gli interessava solo la teoria, ma anche mettere in pratica idee che funzionassero davvero». Chi può affidare un cavallo alla fondazione? «Accettiamo cavalli che abbiano superato i 18 anni e che, per vari motivi, i loro proprietari non possono più gestire. Tuttavia, abbiamo una lista di attesa, data la grande richiesta. Ogni cavallo viene valutato attentamente per garantire che possa integrarsi bene nei nostri spazi e nei branchi già esistenti». Quali sono i requisiti per lavorare a Le Roselet? «È fondamentale avere una formazione nel campo veterinario o una conoscenza approfondita del cavallo. Il nostro team è composto da circa 50 collaboratori che lavorano in diversi ambiti, dalla cura quotidiana degli animali alla gestione amministrativa, passando per l’educazione e il turismo. L’esperienza pratica con i cavalli è altrettanto
importante quanto le competenze tecniche».

Come si vive una giornata tipica a Le Roselet? «Ogni giornata è diversa, ma ci sono delle costanti: controllare la salute dei cavalli, monitorare il loro comportamento nei pascoli, e assicurarsi che abbiano cibo e acqua in abbondanza. Poi ci sono le visite dei veterinari, la manutenzione delle stalle e i momenti di interazione con i visitatori».

La Fondazione Le Roselet si sostiene principalmente grazie alle donazioni. Il supporto dei benefattori è essenziale per mantenere la qualità dei servizi offerti e per garantire il benessere degli animali. Ogni donazione contribuisce a coprire i costi di alimentazione, cure veterinarie e manutenzione delle strutture. Non è un caso che la fondazione abbia trovato la sua casa nel Giura, una regione storicamente legata ai cavalli. Qui si alleva il famoso Franche-Montagne, l’unica razza equina
autoctona della Svizzera. La fondazione si occupa anche della preservazione e della promozione di questa razza, integrando l’allevamento nel suo lavoro quotidiano.

Le Roselet è aperta al pubblico tutti i giorni. I visitatori possono entrare nelle stalle, osservare i cavalli nei pascoli e persino interagire con loro. Questo contatto diretto è un’opportunità unica per conoscere meglio questi animali straordinari e il lavoro della fondazione. Inoltre, è possibile adottare simbolicamente un
cavallo, offrendo un contributo finanziario per il suo mantenimento. Gli adottanti ricevono aggiornamenti regolari e possono visitare il loro cavallo adottivo.

La Fondazione Le Roselet rappresenta un esempio luminoso di rispetto e amore per gli animali. Grazie alla passione di Hans Schwarz e al lavoro instancabile di collaboratori come Cynthia Rindlisbacher, centinaia di cavalli possono vivere gli ultimi anni della loro vita con dignità e serenità. Se siete appassionati di cavalli o semplicemente desiderate contribuire a una causa nobile, una visita a Le Roselet vi offrirà un’esperienza indimenticabile e una connessione profonda con la natura e gli animali.

Situato a pochi chilometri dalla Fondazione Le Roselet, l'Auberge du Peu-Péquignot è il luogo ideale per chi desidera esplorare la bellezza del Giura e immergersi nella sua tradizione equestre. Questa accogliente struttura offre un'atmosfera autentica e calorosa, perfetta per riposarsi dopo una giornata dedicata alla scoperta dei cavalli pensionati. L'Auberge dispone di camere confortevoli, arredate con gusto e attenzione ai dettagli, che riflettono il carattere rustico e ospitale della regione. Il ristorante dell'Auberge propone specialità locali preparate con ingredienti freschi e di stagione, offrendo un'esperienza gastronomica genuina che celebra i sapori del Giura. La posizione strategica dell'Auberge rende facile visitare non solo la Fondazione Le Roselet, ma anche i meravigliosi pascoli e boschi circostanti.
Che siate amanti della natura o appassionati di cavalli, l'Auberge du Peu-Péquignot vi accoglierà con calore e vi garantirà un soggiorno memorabile in questa affascinante regione della Svizzera.

Se invece siete alla ricerca di un luogo perfetto per un ottimo pranzo durante la vostra visita alla regione del Giura, il Café du Soleil a Seignelégier è una scelta che non deluderà. Questo accogliente ristorante, situato nel cuore del pittoresco villaggio di Seignelégier, combina tradizione culinaria e ospitalità autentica in un ambiente caldo e rilassante. Il menu è un omaggio alla cucina locale: troverete piatti preparati con ingredienti freschi e di qualità, molti dei quali provenienti direttamente dai produttori della regione. Le specialità includono formaggi del Giura, fondute, carni saporite e dessert fatti in casa, sempre accompagnati da una selezione di vini regionali. L’ambiente intimo e accogliente, con interni rustici che evocano l’essenza del Giura e un personale cordiale pronto a rendere speciale
ogni pasto. Nei mesi caldi vi consiglio la terrazza all’esterno.

I precedenti articoli di questo reportage sono stati pubblicati il 19 novembre e 11 dicembre 2024.

Nei prossimi articoli, vi guiderò attraverso i segreti meglio custoditi di questa splendida regione. La prossima volta vi porterò a scoprire un museo del tempo. Seguitemi!

Testo a cura di Claudio Rossetti


Questo articolo è stato realizzato da Progetti Rossetti, non fa parte del contenuto redazionale.
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