Un viaggio tra ‘tic tac’, altopiani mozzafiato, architettura e cavalli (seconda parte)
LA CHAUX-DE-FONDS - Incastonata tra le colline del Giura svizzero, La Chaux-de-Fonds è una città che racchiude un capitolo straordinario della storia industriale e culturale europea. Conosciuta come la “capitale dell’orologeria”, questa piccola città, situata a pochi chilometri dai confini francesi, è un gioiello del cantone di Neuchâtel. Le sue radici, il suo sviluppo e la sua attuale attrattiva turistica raccontano una storia unica, intrecciata indissolubilmente all’arte della misurazione del tempo.
«Caminando per le strade di La Chaux-de-Fonds, non vedete solo una città: vedete una macchina del tempo, costruita per misurare e creare il futuro. Qui, ogni edificio, ogni strada e ogni dettaglio raccontano la storia di mani che hanno trasformato la luce in precisione e il tempo in arte», racconta Myriam von Büren, guida turistica della città.
Il legame tra La Chaux-de-Fonds e l’orologeria nasce nel XVII secolo, quando gli abitanti della regione, originariamente dediti all’agricoltura, iniziarono a cercare nuove fonti di reddito durante i rigidi inverni. L’orologeria si rivelò una scelta ideale: l’abilità manuale degli artigiani locali e la loro dedizione permisero la nascita di una tradizione destinata a evolversi nel tempo.
Nel XVIII secolo, La Chaux-de-Fonds si affermò come un centro di eccellenza. I laboratori artigianali, spesso situati nelle abitazioni private, erano il cuore pulsante della città. Ogni casa divenne un piccolo laboratorio, dove intere famiglie partecipavano alla produzione di componenti per gli orologi. Questo modello di produzione decentralizzato gettò le basi per lo sviluppo successivo dell’industria orologiera. Nel XIX secolo, La Chaux-de-Fonds raggiunse la fama internazionale. Le innovazioni tecnologiche e l’organizzazione del lavoro permisero di passare da una produzione artigianale a una industriale, senza perdere l’attenzione per la qualità. Grandi marchi come Omega, TAG Heuer e Tissot affondano le loro radici in questa città, che divenne il fulcro dell’orologeria svizzera.
Nel 1794, un devastante incendio distrusse gran parte della città. Da questa tragedia nacque una straordinaria opportunità di ripensare l’urbanistica. Gli architetti e i pianificatori dell’epoca decisero di ricostruire La Chaux-de-Fonds seguendo un modello razionale ed efficiente, ispirato ai principi dell’Illuminismo.
Il nuovo piano urbanistico prevedeva una disposizione a scacchiera, con ampie vie parallele e case a schiera distanziate l’una dall’altra per favorire l’ingresso della luce naturale. Questa scelta non era casuale: gli appartamenti, spesso adibiti anche a laboratori di orologeria, necessitavano di una buona illuminazione per consentire agli artigiani di lavorare con precisione sui minuscoli meccanismi degli orologi. Il risultato fu una città unica nel suo genere, che unisce estetica e funzionalità. Questo eccezionale esempio di architettura industriale è valso a La Chaux-de-Fonds, insieme alla vicina Le Locle, l’iscrizione nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 2009. L’organizzazione ha riconosciuto il valore universale della città come esempio di simbiosi tra urbanistica e produzione industriale.
Oggi, La Chaux-de-Fonds conserva intatta la sua anima industriale, ma si propone anche come una destinazione turistica di grande fascino. I visitatori possono immergersi nel mondo dell’orologeria attraverso tour tematici, musei e percorsi dedicati.
Il Musée International d'Horlogerie (MIH) è una tappa imprescindibile per chi visita la città. Questo museo straordinario ospita una collezione unica di orologi antichi, strumenti di precisione e documenti che raccontano la storia dell’orologeria dall’antichità ai giorni nostri. I visitatori possono scoprire i segreti della misurazione del tempo e ammirare pezzi unici che testimoniano l’ingegno umano.
Per chi desidera esplorare il tessuto urbano, il Tour del Patrimonio dell’UNESCO offre un’immersione nella particolare architettura della città. Le visite guidate permettono di scoprire le caratteristiche case a schiera, i laboratori e i palazzi che testimoniano l’incontro tra arte, funzionalità e innovazione. Gli appassionati di natura possono invece approfittare della vicinanza con le colline del Giura e i tre laghi (Neuchâtel, Bienne e Morat) per escursioni, gite in barca e attività all’aria aperta. La regione offre un equilibrio perfetto tra cultura e paesaggi mozzafiato.
Nonostante la sua storia secolare, La Chaux-de-Fonds continua a guardare al futuro. L’industria orologiera resta un pilastro dell’economia locale, ma la città si sta aprendo a nuovi settori come la tecnologia e il design. L’identità di La Chaux-de-Fonds, forgiata dalla passione per la precisione e l’innovazione, rimane un esempio di resilienza e capacità di adattamento. Visitare La Chaux-de-Fonds significa immergersi in una storia che combina ingegno umano, bellezza architettonica e una profonda connessione con la natura. È un viaggio nel cuore della Svizzera, dove il tempo non è solo una misura, ma una tradizione che vive e si rinnova ogni giorno.
Il precedente articolo di questo reportage è stato pubblicato il 19 novembre 2024.
Nei prossimi articoli, vi guiderò attraverso i segreti meglio custoditi di questa splendida regione. La prossima volta vi parlerò di un centro molto particolare. Situato nel pittoresco distretto delle Franches-Montagnes, nel Giura svizzero, il Centro per cavalli Le Roselet è una casa di riposo dedicata a cavalli, pony e asini anziani. Fondato nel 1958 da Hans Schwarz, questo centro rappresenta il cuore della Fondazione per il Cavallo, che gestisce altre tre strutture simili nella regione: Le Jeanbrenin, Maison Rouge e Les Murs.
Seguitemi!
Testo a cura di Claudio Rossetti
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