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Viaggi & TurismoSwatch e Omega, due musei e un solo desiderio: il tempo!

04.01.25 - 10:30
Un viaggio tra ‘tic tac’, altopiani mozzafiato, architettura e cavalli (quarta parte)
CR, Jura Tourisme
Tra arte e precisione
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Swatch e Omega, due musei e un solo desiderio: il tempo!

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Un viaggio tra ‘tic tac’, altopiani mozzafiato, architettura e cavalli (quarta parte)

BIENNE - Bienne è un crocevia di cultura, storia e innovazione. Conosciuta per la sua tradizione orologiera, ospita due delle icone più celebri dell'industria: i musei Swatch e Omega. In questo articolo, vi accompagnerò in un viaggio immaginario attraverso questi due luoghi che raccontano la storia del tempo, in modo tanto affascinante quanto dinamico.

Arrivo a Bienne in una mattina fresca d’autunno. La cittadina, con il suo mix di architettura storica e modernità, sembra già un perfetto palcoscenico per esplorare l'arte dell'orologeria. Decido di cominciare con visita al Museo Swatch, un luogo che rappresenta l'innovazione, la creatività e la leggerezza del design, valori che sono la firma del famoso marchio di orologi. L’entrata al museo è gratuita.

Il Museo Swatch si trova nella parte moderna della città, con un design che riflette la filosofia innovativa del marchio. Appena varco la soglia, sono accolti da una parete di orologi coloratissimi, che richiamano immediatamente l’attenzione. La visita comincia con una panoramica sulla storia del brand, iniziata negli anni '80 quando Swatch decise di rivoluzionare il mercato dell’orologeria, dando vita a un orologio economico ma di alta qualità, con un design audace e fantasioso. Una sezione dedicata ai primi modelli ci permette di ammirare come il marchio, con la sua originalità, abbia portato l'orologio dal semplice strumento di misurazione del tempo a una vera e propria dichiarazione di stile.

La visita prosegue con una sezione che celebra l’arte e la collaborazione tra Swatch e artisti di fama mondiale, da Keith Haring a Damien Hirst, passando per il celebre artista pop americano Jean-Michel Basquiat. Ogni orologio Swatch diventa una tela su cui l'arte si fonde con la funzionalità, creando pezzi unici che vanno oltre la semplice moda. Ogni modello, esposto in modo da stimolare la curiosità, racconta una storia diversa, un episodio del legame profondo tra Swatch e la cultura popolare internazionale.

Al centro della sala principale troviamo una serie di esemplari delle edizioni limitate, alcuni dei quali sono vere e proprie opere da collezione, come quelli creati in collaborazione con il mondo dell'arte, della musica e dello sport. Qui, l'esperienza di visita si trasforma in un'esplosione di colori, emozioni e ricordi, il tutto incentrato sull’idea che il tempo non sia solo una misura, ma anche un’emozione da vivere ogni giorno.

Dopo aver trascorso un’oretta immerso nel mondo dinamico e creativo di Swatch, mi dirigo verso il Museo Omega, che si trova nella stessa costruzione. Omega, un marchio storico che ha scritto pagine fondamentali della storia dell’orologeria, ci offre un’esperienza completamente diversa: più elegante, sobria e intrisa di tradizione.

Il Museo Omega è dedicato alla storia di uno dei marchi più prestigiosi al mondo, il cui nome è legato indissolubilmente alle conquiste tecnologiche dell'umanità. Varcando la porta, la nostra attenzione è subito catturata da una serie di vetrine che espongono modelli iconici dell'azienda, tra cui il leggendario "Speedmaster", l’orologio scelto dagli astronauti della NASA per le missioni lunari. Iniziamo la nostra visita con una panoramica sulla fondazione del marchio nel 1848, quando Louis Brandt aprì la sua piccola fabbrica di orologi a La Chaux-de-Fonds. La sezione dedicata ai primi anni del marchio ci offre uno spunto sulla qualità artigianale che ha sempre contraddistinto Omega, con orologi precisi e innovativi, simbolo di eleganza e affidabilità.

Ma è la sezione legata alle grandi conquiste della tecnologia a sorprendermi. Passo accanto a modelli storici come quelli che hanno accompagnato i tuffatori subacquei, i piloti e gli esploratori, ma è soprattutto l'area dedicata alla "Space Race" che mi lascia senza fiato. Un’intera sezione è dedicata al “Moonwatch”, l’orologio che è diventato simbolo della conquista della Luna nel 1969. Vedere dal vivo il modello che ha accompagnato Neil Armstrong e Buzz Aldrin è un'esperienza che trasmette una sensazione di meraviglia e di grandezza storica. L'orologio, con la sua robustezza e il design sobrio, non è solo un pezzo di tecnologia, ma una testimonianza del coraggio umano e della volontà di esplorare l'ignoto.

La visita continua con una sezione dedicata alle innovazioni tecnologiche, come l’introduzione del calibro Co-Axial, un meccanismo rivoluzionario che ha migliorato la precisione e la durata degli orologi. Omega, infatti, è sempre stata all’avanguardia nel campo dell’ingegneria orologiera, spingendo continuamente i confini dell’innovazione. Ogni pezzo esposto nel museo ci racconta la dedizione e la passione che hanno fatto di Omega uno dei marchi più rispettati e amati al mondo.

Alla fine della mia visita, rifletto sull'esperienza appena vissuta. Da una parte, il museo Swatch mi ha regalato un viaggio nel mondo dell’arte, della creatività e della modernità, dove il tempo non è solo un concetto astratto, ma un’esperienza vibrante e colorata. Dall’altra, il Museo Omega mi ha riportato alle radici della precisione, della tradizione e dell’innovazione, dove ogni orologio è una testimonianza di un'epoca e di una missione.

Questa doppia visita mi ha permesso di esplorare due mondi paralleli dell’orologeria, ma entrambi ci hanno ricordato che, al di là delle tecnologie e delle tendenze, ciò che davvero rende speciale un orologio è il suo legame con il tempo e con la storia. A Bienne, dove l’arte dell’orologeria si intreccia con la cultura e la tradizione, ogni ticchettio è una piccola grande rivoluzione. Concludo il mio viaggio con un sorriso soddisfatto, consapevole che, a ogni secondo che passa, sono testimone di un perpetuo dialogo tra passato e futuro, tra arte e scienza. Bienne, con i suoi musei Swatch e Omega, offre non solo una visione del tempo, ma una riflessione su come la precisione, l’arte e la tecnologia possano unirsi per creare oggetti che non sono solo strumenti, ma vere e proprie icone di cultura.

I precedenti articoli di questo reportage sono stati pubblicati il 19 novembre, l’11 e il 20 dicembre 2024.

Il mio viaggio alla scoperta del Giura e della regione dei tre laghi (#jura3laghi) non termina qui. La prossima volta vi parlerò di uno dei più grandi architetti e urbanisti del XX secolo, ha rivoluzionato il concetto di spazio e abitabilità con il suo approccio innovativo e funzionalista, lasciando un'impronta indelebile nell'architettura moderna. Chi sarà?. Seguitemi!


Testo a cura di Claudio Rossetti

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Questo articolo è stato realizzato da Progetti Rossetti, non fa parte del contenuto redazionale.
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