Franca è caduta in depressione. La presenza di un supporto relazionale e amicale, nonché di un amico a quattro zampe, rinforza la cura completa offerta dagli specialisti
LUGANO - Franca ha sessant’anni. È arrivata in Italia dalla Bielorussia nel 1989, quando è convolata a nozze per la prima volta. Il primo marito morì nel 1998 a causa di un tumore. Franca si risposò con un uomo più grande di 25 anni. Un anno fa anche il suo secondo marito morì a causa di un brutto male. Anche la madre di Franca era morta quando lei aveva cinque anni per una malattia incurabile.
Franca vive in Svizzera da vent’anni e ha lavorato nelle relazioni di aiuto sino a circa due anni fa, quando ha sviluppato una reazione depressiva significativa ad un sovraccarico lavorativo: si sentiva svalorizzata, squalificata e sottoposta a mobbing. Nei giorni di maggiore sconforto la sua mente viene assalita da brutti pensieri:
«Penso che la mia vita sia finita, non vedo un futuro, sono sola… quando mi assale la malinconia mi viene da mangiare tutto e di più. Poi di giorno va un po’ meglio, esco col cane, ma quando torno a casa è triste, molto triste…. A casa rientro in uno stato depressivo e mi vengono in mente mille pensieri: cosa ho detto, cosa ho fatto, sono una donna buona a nulla. Mi dimentico anche di andare a prendere i nipotini! Vedo male, tutti contro di me, penso che tutti non mi vogliano bene e che io sia una nullità. Vedo il lago e penso che mi possa inondare tutta».
Franca ha sviluppato un episodio depressivo all’interno di una sindrome depressiva ricorrente ed ha iniziato una terapia psichiatrica, psicofarmacologica e psicologica, che la sta aiutando.
Assieme al sostegno che Franca ha cercato, trova un grande conforto anche nel suo cane. «Il cane mi dà la forza di vivere e di combattere. Quando sto male, molto male, parlo con mio marito che non c’è più e gli dico di prendermi con lui, ma poi penso al mio cane e trovo la forza per continuare a vivere».
Lo stato depressivo necessita sempre di una cura completa con l’intervento del medico di famiglia, dello psichiatra, dello psicoterapeuta e di un’adeguata farmacoterapia. La presenza di un supporto relazionale e amicale, nonché di un amico a quattro zampe, rinforza la cura.
Articolo di Michele Mattia, FMH in psichiatria e psicoterapia