Il musicista sessantenne Jack Rush ci racconta del suo esordio tardivo
LUGANO - Il musicista e sedicente "Late Bloomer" Jack Rush ha pubblicato il suo singolo di debutto "Wanna fly", sotto l'ala protettrice di Rattler Records.
Di origine nordamericana e risiedente a Lugano, il sessantenne dalle influenze eclettiche che spaziano da "Neil Young" ai "Blur" racconta del suo esordio relativamente tardivo: «Non è mai troppo tardi per intraprendere una nuova avventura, specialmente in ambito creativo».
Da dove ha tratto ispirazione per "Wanna fly"?
«L'ispirazione mi è venuta in un momento di fantasticheria introspettiva ed euforica che ho vissuto quest'inverno mentre ero su una spiaggia tropicale. Nella canzone ho cercato di descrivere l'emozione che mi ha pervaso in quel momento. Era come se fossi stato infuso di nuova linfa vitale. In quel momento ho capito di essere pronto a buttarmi nella mischia e a intraprendere nuovi progetti creativi. Dopo anni passati da autodidatta ho cominciato a fare sul serio».
Qual è il processo creativo che ha portato alla realizzazione del brano?
«L'ho scritto non appena tornato dal quella spiaggia. Ho subito chiesto a Tatum Rush (mio figlio) e Marcelo Bertozzo (in arte Dodgy Affairs) di produrre la canzone. Sono fortunato a potermi avvalere della loro collaborazione, sono talentuosi e hanno una grande cultura musicale».
Come si è approcciato al mondo della musica? Suo figlio l'ha aiutata?
«Sono autodidatta da quando avevo 16 anni. Ho sempre continuato a studiare musica, migliorando con il passare degli anni. Quando Tatum era ragazzo, cercavo di aiutarlo, ma ci è voluto pochissimo perché mi superasse di gran lunga. Ora è lui che aiuta me. Soprattutto per quello che riguarda la produzione. Mi aiuta inoltre a navigare gli aspetti pratici dell'industria musicale».
Che progetti le riserva il futuro? Ha qualcosa che bolle in pentola?
«Sto lavorando alla realizzazione di nuovi brani e spero di poter presto pubblicare un album. Ma la strada è ancora lunga».