In "2000Km" Cilla e KASY hanno raccontato le «rispettive parti della sofferenza», dal punto di vista di un uomo e di una donna
LOCARNO - S'intitola "2000Km" il nuovo singolo di Cilla. In questo ultimo lavoro, distribuito da Universal Music Italia, la cantautrice locarnese non è sola ma troviamo la presenza di un featuring, a cura di KASY.
Parlami un po' della canzone.
«Nasce dall'essermi lasciata, per un certo periodo, con il mio ragazzo. È stato quindi uno sfogo ed era completamente diversa da come è uscita (ride, ndr)».
Come sarebbe dovuta essere, in un primo momento?
«Da solista, non avevo mai valutato la possibilità di cantarlo insieme a un'altra persona. E aveva proprio un altro ritornello e una struttura differente. Diciamo che si è evoluta in parallelo a quello che è successo nella mia vita».
E cioè?
«Quando cambiava qualcosa nel mio vissuto, la riprendevo in mano e, non ritrovandomi più in essa, facevo delle modifiche».
Come si è arrivati quindi al duetto?
«KASY è un mio grande amico da anni e da tempo parlavamo della possibilità di collaborare. A novembre si è lasciato e quindi ho pensato di proporgli il brano. Subito gli è piaciuta e la sua strofa l'ha scritta in cinque minuti».
Il suo è un contributo pienamente autoriale, quindi.
«Abbiamo fatto un bel lavoro insieme di costruzione del pezzo. Questo alternative pop che sentiamo è una sintesi: è il mio stile musicale, mescolato al suo».
La perdita di un amore riesce a unire due universi così apparentemente distanti come quello maschile e femminile?
«Sì. Decisamente. Abbiamo voluto raccontare come entrambi abbiamo vissuto questa circostanza, raccontando le "rispettive parti della sofferenza", se così si può dire. Abbiamo visto molte similitudini, ci siamo trovati davvero vicini. E non ce lo aspettavamo».
Perché?
«C'è uno stereotipo brutto sugli uomini: si pensa che possano soffrire meno per la fine di un amore, invece non è per forza così. Tante volte soffrono più delle donne, ma non lo danno a vedere».
È stato terapeutico per te elaborare quello che ti è successo in una canzone?
«Devo dire di sì. È stato un po' "manifestare" il ritorno di questa persona, che poi è avvenuto».
Se non fosse tornata, la canzone sarebbe stata differente?
«Forse sarebbe stata ancora più cattiva (ride, ndr)».
Cosa troviamo nel videoclip?
«Il racconto di questa emozione, fatto molto bene direi».