Con Marco Contini di MC Pellicceria a Viganello, scopriamo la certificazione che guarda alla sostenibilità.
Ma anche alla sicurezza e alla nuova sensibilità del consumatore
LUGANO - Il fashion system ormai ha fatto propria la Sostenibilità. Un cavallo di battaglia che permette grandi obbiettivi di vendita, oppure uno slogan inserito a piacimento nelle varie campagne pubblicitarie.
Ma di cosa si tratta esattamente, lo abbiamo chiesto a Marco Contini di MC Pellicceria di Viganello.
“Oggi più che mai l’attenzione per la sostenibilità ha preso piede in maniera molto evidente anche nella moda. Ma esistono anche delle sfumature poco chiare per il settore delle pellicce, che spesso disorientano il consumatore. Per questo tutto il settore ha deciso di affidarsi a Furmark una nuova certificazione Internazionale per le pellicce naturali, che trova la sua collocazione proprio nel 2021. La certificazione fornisce linee guida per un acquisto in totale sicurezza, come è stato ben spiegato dall’International Fur Federation. Ci tengo a precisare che per il settore del fashion/pellicce è una scelta sostenibile più di altre. Le caratteristiche sono presto spiegate; materiale totalmente organico e biodegradabile che non lascia rifiuti negli oceani. Un prodotto dell’economia circolare protagonista nel gioco creativo tra recycled e upcycled, progettato per durare a lungo”.
Ma in definitiva cos’è Furmark?
“Si tratta di una certificazione incentrata su standard certi, ideati da esperti indipendenti. L’acquisto di un capo con il logo Furmark vuol dire avere la certezza che è stato testato in tutti gli step della sua catena di fornitura, a partire dal prelievo selvatico o dall’allevamento, che è mantenuto a rispettare il benessere animale secondo le direttive Welfare Quality della Commissione europea, ovvero: buon alloggio, buona alimentazione, buona salute e comportamento adeguato”.
Questa certificazione dunque è una sorta di storico della propria pelliccia?
E’ fondamentale distinguere l’allevamento o la zona del prelievo, il tipo di concia e tintura a cui sono state sottoposte e l’impianto produttivo (certificato dai professionisti indipendenti di Filck) che deve essere a basso impatto ambientale.
Ma per avere queste informazione esiste un tracciamento?
“Certamente, un software collegato al sistema di etichettatura registra i percorsi delle pelli in ogni fase della filiera: in pratica scansionando il QR code e inserendo il numero di tracciamento i consumatori accedono alla piattaforma del sito Furmark e scoprono la “storia” del loro capo”.
Marco per concludere, da che parte stiamo, pellicce selvatiche o di allevamento?
“Queste sono scelte individuali. Ma la garanzia deve essere una sola: la sicurezza. Sicurezza che qualora siano selvatiche arrivino da popolazioni consistenti e mai da specie in via di estinzione e da Paesi che abbiano sistemi sicuri di controllo dell’ecosistema. L’allevamento deve presentare la garanzia del rispetto e benessere per l’animale”.
Company profile
Nel 1991 nasce la MC Pellicceria ,si distacca dalla celebre “Pellicceria Andina” di Via Nassa, e continua ad avere quelle doti di maestria che l’esperienza le ha concesso. Durante il corso degli anni si e evoluta in quelle che erano le tendenze di moda e le nuove tecniche di lavorazione. Un altro aspetto fondamentale é sempre stato quello di esaudire ogni desiderio della sua affezionata clientela, creando capi unici ed esclusivi . Ancora oggi dopo 27 anni l’entusiasmo non si e spento, ma il creare e rinnovare fa parte della sua passione. Per altre info clicca qui
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Intervista a cura di Michele Alippi