Dalla salute mentale passando per il troppo lavoro e le culture aziendali malsane, tutti i problemi dei giovani con il mondo del lavoro.
Dall’ultimo report “Deloitte dedicato alla Generazione Z e ai Millennials al lavoro” emerge che la salute mentale è in cima alle preoccupazioni delle nuove generazioni, subito dopo le questioni economico-finanziarie. Carichi di lavoro pesanti, scarso equilibrio con la vita privata, culture aziendali malsane e l’incapacità di trovare un’autenticità nel proprio posto di lavoro, sono le motivazioni che più mettono in crisi la stabilità mentale dei giovani.
Apprendistato equivale a GenerazioneZ: giovani che muovono il loro primo passo nel mondo professionale in un'epoca caratterizzata da veloci cambiamenti e intense pressioni competitive. Questi adolescenti, tipicamente di 15-16 anni, iniziano il loro percorso lavorativo attraverso l'apprendistato, un'esperienza formativa fondamentale che segna il loro ingresso ufficiale nel mondo adulto: il mondo del lavoro. Tuttavia, questo importante passaggio non è esente da ostacoli, poiché comporta sfide notevoli che possono incidere sulla loro crescita personale e professionale.
Uno degli aspetti più pressanti per i giovani apprendisti è l'adattamento a un ambiente lavorativo maturo e spesso esigente. Secondo recenti studi, quasi la metà della Generazione Z (46%) riferisce di sentirsi stressata o ansiosa al lavoro per tutto o quasi tutto il tempo.
Le principali fonti di stress includono non solo le preoccupazioni legate al raggiungimento degli obiettivi formativi, ma anche le ansie legate alle aspettative del datore di lavoro, dei genitori e dei formatori, alla gestione del tempo, ai risultati scolastici e alle culture di gruppo a volte poco costruttive, che contribuiscono ad aumentare i livelli di ansia dei giovani, portandoli anche a rinunciare al proseguimento del percorso d’apprendistato.
Inoltre, l'inserimento in un team di lavoro dove prevalgono colleghi di età superiore e magari con poca sensibilità verso le aspettative di questa generazione, può risultare opprimente. I giovani apprendisti possono sentirsi incompresi, sottovalutati, il che può impedire loro di integrarsi pienamente e di beneficiare appieno delle opportunità di apprendimento.
Per affrontare queste sfide, è essenziale che i datori di lavoro, i formatori e i docenti, senza dimenticare chiaramente la famiglia, adottino un approccio proattivo e supportivo. È incoraggiante notare che oltre la metà degli intervistati riconosce che i loro datori di lavoro stanno prendendo più seriamente il loro benessere, e gli sforzi per migliorarlo sul posto di lavoro stanno avendo un impatto positivo. Tuttavia, è fondamentale intensificare l'utilizzo delle risorse per sviluppare una cultura aziendale positiva e più inclusiva delle esigenze di una generazione che ricerca nel contesto lavorativo valori come la valorizzazione e il coinvolgimento.
L'apprendistato rappresenta sicuramente un'importante tappa nel percorso formativo e professionale per la Generazione Z, ma è sempre più accompagnato da sfide significative che richiedono un impegno collettivo per aiutare i giovani a superarle. Attraverso un supporto diretto e personalizzato, possiamo convertire queste sfide in opportunità di crescita, assicurando che i giovani non solo portino a termine con successo questa prima fase della loro carriera professionale grazie a competenze come la resilienza e lo spirito di adattamento, ma si trasformino anche in professionisti capaci e consapevoli.
Imparare a navigare le complessità del mondo del lavoro odierno è fondamentale, e l'apprendistato offre la piattaforma ideale per sviluppare queste competenze essenziali. Incentivare la collaborazione è cruciale per creare un ambiente che sostenga i giovani in ogni passo del loro cammino. Solo così potremo garantire che ogni giovane emerga dall'apprendistato non solo con competenze tecniche, ma anche con la consapevolezza e la fiducia necessarie per cogliere le infinite possibilità che questo percorso offre.
Sara Rossini - direttrice Fill-Up