Il match tra Gruppo Paraplegici Ticino e Panathlon All Star Team ha acceso la prima edizione di "Giochi senza barriere”
LUGANO - Se una partita di pallacanestro si conclude sul 64-12 è lecito pensare che si sia trattato di una sfida noiosa. Sì, se la si considera con i consueti parametri. Se invece si analizza il contesto in cui si è svolto l'incontro, ecco che il match tra il Gruppo Paraplegici Ticino e il Panathlon All Star Team cambia significato.
Campioni del calibro di Seo Dell'Acqua, Edo Carrasco, Alessandro Chiesa, Ruby Belge, Francesco Guglielmetti, JJ Aeschlimann, Luca Tramontin e Daniela Scalia, nulla hanno potuto contro la forza straripante del GPT e questo nonostante l'innesto di capitan Maurizio Nicoli, atleta paralimpico a sua agio sulla due ruote. Campioni abituati a vincere che si sono messi in gioco sapendo di perdere. Hanno perso la partita, nettamente, ma non certo la faccia. Anzi, la prima edizione di Giochi senza barriere, organizzata dal Panathlon Club Lugano con la collaborazione di FTIA e Gruppo Insuperabili, si è tradotta in una vera e propria festa dell'integrazione, in una preziosa occasione per apprezzare l'energia vitale di chi si ritiene debba sentirsi in difficoltà.
Il Vescovo di Lugano, Monsignor Valerio Lazzeri, i sindaci di Lugano e di Cadempino, Marco Borradori e Marco Lehner, il presidente del Consiglio Comunale di Lugano Giampiero Cambrosio, il Presidente uscente del Gran Consiglio Gianrico Corti e il presidente del Governo cantonale Manuele Bertoli - che ha portato un messaggio canoro - hanno fatto sentire la loro vicinanza al mondo della disabilità.
Una dimostrazione di cani guida per ciechi, una sfida su Handbike, i disegni realizzati dagli allievi dell'Istituto Elvetico di Lugano e la cena curata dalla Fondazione Diamante sono stati degno corollario di una prima edizione dei Giochi senza barriere che già volgono lo sguardo alla seconda.