Mehdi Ali e Ishmael sono due asilanti che soggiornano attualmente nello stesso albergo del numero 1 al mondo di tennis.
Il campione serbo dovrà restare "recluso" al Park Hotel di Melbourne fino a lunedì.
MELBOURNE - Come è ben noto agli appassionati di tennis, fino a lunedì - momento in cui verrà valutato il ricorso contro la sua espulsione dall’Australia - Novak Djokovic dovrà soggiornare forzatamente al Park Hotel di Melbourne, un albergo per rifugiati.
Questa struttura è stata recentemente al centro di alcune polemiche a causa delle pessime condizioni igieniche presenti. Stando al "Corriere della Sera" tra ottobre e novembre c'è stato un focolaio Covid - con oltre la metà degli ospiti positivi - e nei pasti capita di trovare dei vermi, mentre nelle camere gli scarafaggi. Per l'occasione il quotidiano italiano ha riportato l'intervista di Mehdi Ali, un 24enne iraniano richiedente asilo, da mesi parcheggiato al Park Hotel e da nove anni in Australia. «È una prigione definitiva», è stato lo sfogo del ragazzo. «Siamo chiusi nella nostra stanza in questo edificio e non so quando potrò uscire. Da quando sono qui sono già scoppiati diversi incendi, ci hanno portati tutti nell’atrio ma non ci hanno mai portato fuori dall’edificio».
Dal canto suo Ishmael, un altro "prigioniero", ha spiegato la situazione in cui è deve alloggiare in attesa di qualche risposta. «Viviamo in un posto senza aria fresca e senza luce solare», sono state le sue parole al "Guardian", pubblicate anche dal "Corriere della Sera". «Spero che Djokovic ci aiuti parlando pubblicamente delle condizioni pietose in cui siamo costretti a vivere».