Vince sempre, vince tutto: Odermatt potrebbe riscrivere i record dello sci
I più grandi conservano un posto per Odermatt.
COURCHEVEL / MÉRIBEL - Che fosse un campione già lo si sapeva, nei Mondiali di Courchevel e Méribel Marco Odermatt ha però dimostrato di essere un fenomeno.
Esploso definitivamente nella stagione 2020/21, in Francia il 25enne nativo di Buochs è infatti riuscito a fare quello che riesce a pochi eletti: resistere alla pressione, soddisfare le aspettative e uscire dalla manifestazione con un’aura più luminosa di quella che aveva al momento delle prime gare.
Già oro olimpico a Pechino lo scorso inverno, già padrone della Coppa del Mondo 2022 (e lanciato in quella che finirà tra poche settimane), nella rassegna iridata il rossocrociato si è confermato un extraterrestre in gigante, specialità nella quale, semplicemente, fa un altro sport rispetto a tutti i rivali. La vera grandezza, sull’Eclipse, il nidvaldese l’ha però ottenuta in quella discesa con la quale stava flirtando da tempo ma nella quale mai era riuscito a festeggiare. Quell’oro, strappato agli altri uomini-jet, lo ha proiettato nell’iperspazio, facendo diventare già importantissima una carriera che rischia (per i rivali) di diventare leggendaria. Provare a immaginare quali traguardi potrà raggiungere e quali record potrà battere è ora difficile - troppe sono le variabili che possono influenzare il “conto” -; se motivato e integro, però, Odermatt ha davvero la possibilità di passare alla storia come uno dei più grandi di sempre, se non il più grande in assoluto, attirando su di sé quell'antipatia tanto cara a chi vince spessissimo. Se ne riparlerà tra dieci anni.
Chi, invece, nell’Olimpo dello sci già è entrato da tempo è Mikaela Shiffrin, l’altra regina dei Mondiali francesi. Protagonista di giorni difficili - è stata costretta a digerire in fretta la separazione dal suo storico allenatore e la clamorosa uscita a un soffio dal successo in combinata - la statunitense ha completato la fatica tenendo una velocità di crociera. Risultato? Tre medaglie (oro in gigante e argento in superG e slalom) e un grande sorriso finale.
I reali sono questi. Per gli altri, pur splendidi campioni - Wendy Holdener, Jasmine Flury ma anche l’italiana Brignone hanno scritto meravigliose pagine di sport - c’è il prestigio della presenza a corte ma non l’onore della seduta sul trono.