«Si parla di Muriel Furrer, non di Gino Mäder»
«Crediamo di stare già facendo il massimo».
ZURIGO - Volti tirati, poca voglia di parlare ma niente occhi lucidi né, tanto meno, informazioni. La conferenza indetta per “spiegare” l’incidente che ha portato alla morte la sfortunata Muriel Furrer, spentasi venerdì in ospedale, è stata solo una comparsata per Peter van den Abeele, direttore dell’Unione Ciclistica Internazionale (UCI), e Oliver Senn (capo dell’organizzazione dei Mondiali di Zurigo). I due hanno infatti “solo” chiesto rispetto per la famiglia della 18enne, comunicato che le celebrazioni saranno sotto tono e difeso la kermesse per come è stata pensata.
Riguardo alla dinamica dell’incidente hanno invece solo ribadito quello che già tutti sapevano. Ovvero che Muriel è caduta e ha battuto la testa, riportando un grave trauma cranico. Dopodiché, soccorsa e trasportata in ospedale in elicottero, è stata operata. L’intervento le ha però solo regalato poche ore di vita.
«Non possiamo immaginare cosa sta passando la famiglia - ha spiegato Senn - alla quale vanno le nostre condoglianze. È difficile per tutti noi affrontare questa situazione, ma dobbiamo andare avanti. Per quanto riguarda il Mondiale, le bandiere resteranno a mezz’asta, le cerimonie di premiazione saranno semplici e il galà dell’UCI sarà annullato».
«In merito all’incidente non posso dire nulla - ha continuato il dirigente - è in corso un'indagine del pubblico ministero e della polizia. Noi non abbiamo e comunque non possiamo fornire informazioni. Finora ci sono solo voci ma niente fatti».
Senn era il direttore di corsa durante il Tour de Suisse del 2023, quello nel quale, sempre per una caduta, perse la vita Gino Mäder: «Le sensazioni sono simili, i sentimenti sono simili, ma oggi si parla di Muriel, non di Gino. Ma non posso negare che ci siano somiglianze».
Ricordata la giovane scomparsa, Abele ha invece più che altro provato a difendere l’operato dell’UCI: «Con Furrer il mondo del ciclismo perde una ciclista che aveva davanti a sé un grande futuro. I Mondiali continueranno ed è quello che vuole anche la famiglia della ragazza. La rassegna è stata preparata bene: abbiamo per le strade tante persone impegnate a garantire la sicurezza delle prove. Crediamo di stare già facendo il massimo».