Umberto Ferrara, ex preparatore atletico del numero 1 al mondo, sostiene di aver preso le dovute precauzioni con il prodotto incriminato. Ma non Giacomo Naldi.
MILANO - Umberto Ferrara - ex preparatore atletico di Jannik Sinner - ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport che Giacomo Naldi, ex fisioterapista dell'italiano, è responsabile del clamoroso scandalo doping valso al tennista numero 1 del mondo una sospensione di tre mesi.
Riscontrato positivo al clostebol nel marzo 2024 durante il Masters 1000 di Indian Wells, Sinner - vincitore di tre titoli del Grande Slam all'età di 23 anni - ha invocato fin dall'inizio una contaminazione accidentale, attraverso un massaggio praticato da un membro del suo entourage.
Ferrara aveva avvertito Naldi
«Ho usato lo spray incriminato per anni perché mi era stato prescritto da un medico specialista per curare una patologia cronica», ha dichiarato Ferrara nella sua prima "apparizione pubblica" dopo l'accaduto. «Ero perfettamente a conoscenza dei rischi e l'ho sempre tenuto con molta cura nella mia borsa da bagno personale».
«Non l'ho dato a Naldi, gli ho suggerito di usarlo per curare un taglio che non si stava rimarginando e che gli complicava il lavoro. Sono stato molto chiaro quando gli ho detto della natura di questo prodotto e della necessità che non venisse in nessun caso a contatto con Jannik. Infatti, ne ho autorizzato l'uso solo nel mio bagno personale. Naldi non ha negato di essere stato informato, ma ha detto di non ricordarsene», ha insistito Ferrara.
Sinner non lavora più con loro
Ferrara insiste sul fatto che non aveva «assolutamente idea» che Naldi avesse trattato Sinner senza guanti e soprattutto senza lavarsi le mani dopo aver usato lo spray, «proprio per gli avvertimenti che gli avevo dato e per le sue competenze». «Guardando indietro, è facile dire che non rifarei le stesse cose. Certo, non mi affiderei più al comportamento degli altri», ha sottolineato Ferrara che, come Naldi, non lavora più con l'altoatesino dallo scorso agosto.
«La superficialità, a volte aggravata dalla malafede, con cui molti hanno trattato la mia posizione in questa vicenda, mi ha fatto soffrire», ha lamentato il preparatore atletico, che nel frattempo è entrato a far parte dell'entourage di Matteo Berrettini, numero 27 al mondo.