Livio Bordoli si è espresso in merito alla situazione attuale: «Impossibile ricominciare, bisogna trovare il vaccino»
«Constantin? Il suo concetto è giusto, ma i modi sono stati esagerati e bruschi»
Quale futuro avranno i campionati di calcio? Il coronavirus sta continuando la sua corsa e nessuno è in grado di sapere con esattezza quando si potrà nuovamente scendere in campo. «Il destino dei vari campionati dipenderà dalle decisioni che prenderà settimana prossima il Consiglio federale, ma mi sembra alquanto improbabile una ripartenza», ha analizzato il direttore tecnico della Federazione ticinese di calcio (FTC) Livio Bordoli. «Fino al momento in cui non viene trovato un vaccino contro il Covid-19 sarà impossibile scendere in campo. Il rischio di contagio sarebbe sempre troppo alto e bisognerebbe ogni volta mettere tutti i calciatori in quarantena. E con le mascherine non si può giocare. Bisogna capire come uscire definitivamente da questa situazione, ma attualmente nessuno può dare una risposta».
Quali ripercussioni potrebbero esserci sul calcio svizzero? «Tutto dipenderà fino a quando ci sarà il blocco. A livello regionale non dovrebbe comunque cambiare molto, visto che parliamo di calcio amatoriale. Di sicuro le società ci rimetterebbero qualcosa, ma riuscirebbero ad arrangiarsi. Il problema si registrerebbe invece a livello nazionale poiché in alcuni casi ci sono dei salari spropositati e i club attualmente non hanno nessun introito. La soluzione sarebbe però semplice, ovvero diminuire in maniera proporzionale tutti gli stipendi, soprattutto quelli nettamente più alti. Devono giustamente rimetterci in parte i giocatori, anche perché in questo momento non stanno facendo niente. È necessario un ridimensionamento».
Recentemente il presidente del Sion Christian Constantin ha licenziato in tronco nove giocatori – salvo poi riassumerne quattro – per aver rifiutato il taglio degli stipendi. «Il concetto che i giocatori si debbano adeguare alla situazione è giusto, ma il modo con il quale Constantin ha comunicato la notizia è stato un po' esagerato e brusco. Sono convinto che i suoi ragazzi avrebbero collaborato se ci fosse stato un dialogo diverso. Lui però è fatto così e ha optato in fretta e furia per questa soluzione».
Come passi il tempo? «A casa come tutti, ma ho la fortuna di poter beneficiare della compagnia della mia famiglia. Trascorro molto tempo con i miei figli e nello stesso tempo lavoro un po' a distanza, anche se con i campionati chiusi c'è calma piatta...».