Parola al "Crus": «L'unico peccato è non aver avuto la possibilità di programmare, come Renzetti è solito fare»
«La pandemia ha portato problemi un po' a tutti e posso assicurare che non siamo indietro rispetto ad altre squadre. Demba Ba? Ci attendiamo leadership da lui, ma dovremo essere cauti nel giudicarlo. Attualmente è un po' indietro a livello di condizione».
LUGANO - Mancano pochissimi giorni e poi il Lugano riaccenderà i motori. Dopo un'estate travagliata, lungo la quale Angelo Renzetti ha dapprima "mollato" il suo amato giocattolo per poi fare marcia indietro, Sabbatini e compagni sono pronti a rituffarsi nel campionato. Se la squadra rimane un cantiere aperto, l'amichevole con l'Inter di sabato ha detto che la mano di Abel Braga già si vede. Di lavoro da fare ce n'è tuttavia ancora parecchio, ma il team sottocenerino può partire con moderato ottimismo.
Ne abbiamo parlato con Mattia Croci-Torti, elemento sempre prezioso dello staff tecnico... «Abbiamo lavorato in maniera seria dall'inizio della preparazione. Il lavoro sul campo non è mai stato influenzato dalle questioni societarie. Fisicamente la squadra ha dimostrato di essere già a un certo livello. Siamo pertanto fiduciosi in vista della gara contro lo Zurigo».
Abel Braga ama aggredire l'avversario e il gioco offensivo. Come si sta ambientando?
«È un allenatore con grande carisma, che osserva molto. I successi conseguiti in passato lo aiutano a gestire ogni situazione al meglio. Ha maturato una miriade di esperienze che automaticamente gli danno tanta serenità. Un nuovo campionato, un nuovo paese e un nuovo ambiente non lo spaventano. Non ha nessun tipo di ansia, si vede che è molto tranquillo».
È prematuro parlare di obiettivi, ma questa squadra dove si situa attualmente?
«Come abbiamo sempre fatto, questo gruppo sa che può giocarsela con tutti, nonostante sia conscia dei propri limiti. Sicuramente abbiamo perso tre titolari come Gerndt, Guerrero e Kecskés, ma questo non ci spaventa. Anche l'anno scorso siamo spesso scesi in campo senza diversi elementi importanti. Ad ogni modo lo zoccolo duro è rimasto: i vari Maric, Sabbatini, Daprelà, Custodio e Lavanchy per noi sono importantissimi».
...e Demba Ba? Che ruolo potrà recitare in questo Lugano?
«Lui va a sostituire un elemento come Gerndt che per noi era importantissimo, soprattutto nello spogliatoio. Era un giocatore dotato di una grande leadership, al quale nei momenti difficile ti potevi aggrappare. La nostra speranza è che lo stesso Demba Ba possa portare al servizio del gruppo le stesse doti. Lo conosciamo: negli ultimi 16 metri è un giocatore micidiale, le statistiche parlano per lui. Dovremo essere bravi a metterlo nelle condizioni di poter far questo. Non potremo comunque attenderci grandi cose subito all'inizio, poiché attualmente a livello di condizione è un po' indietro. Tutti dovremo essere cauti nel giudicarlo».
Questa è stata un'estate movimentata: come l'hai vissuta?
«Non era certo la prima volta. L'unico peccato è non aver avuto la possibilità di programmare, come Renzetti è solito fare. Chiaramente c'è ancora un po' d'incertezza, in quanto non sappiamo con esattezza chi partirà e chi resterà. Ma questa pandemia ha portato problemi un po' a tutti e posso assicurare che non siamo indietro rispetto ad altre squadre di Super League».
Il mercato è un po' fermo, in attesa di una-due partenze di peso...
«La nostra vicinanza all'Italia ci porta comunque a stare tranquilli. Tutti ricordano l'arrivo di Petar Brlek, giunto a fine mercato dal Genoa, elemento che si era rivelato decisivo nella conquista dei gironi di Europa League. Sappiamo che le prime partite in Svizzera sono sempre di difficile lettura. Ricordo inoltre due anni fa l'arrivo di Demirovic a San Gallo, anch'egli giunto a fine estate e che aveva portato i biancoverdi al secondo posto. Il passato ci insegna che i trasferimenti migliori possono arrivare alla fine».