Arno Rossini: «Delusione-PSG? La squadra è tenuta insieme con la plastilina. E c’è un colpevole»
«Leonardo businessman che pensa prima di tutto a sé stesso. Non so se, a parte quando firma contratti, ha la stima dei giocatori».
PARIGI - Zizou Zidane, il Cholo Simeone, Max Allegri, Antonio Conte, Christophe Galtier, Thiago Motta e Lucien Favre: questi sono alcuni degli allenatori accostati, per la prossima stagione, al PSG. Perché se c’è un fatto del quale i media francesi sono convinti, è che Mauricio Pochettino sarà silurato. Non avrà un’altra chance. L’eliminazione negli ottavi di Champions League per mano del Real Madrid è infatti stata troppo deludente, dolorosa e fragorosa per permettere al mister argentino di conservare il posto.
Colorita e per certi versi esagerata, la lista dei papabili contiene nomi importanti, che davvero potrebbero far svoltare un club ricco ma per ora “incompiuto” come quello parigino.
«Io non credo che il problema, al Parco dei Principi, sia l’allenatore - è intervenuto Arno Rossini - Pochettino, per esempio, sta facendo il suo lavoro, è bravo e preparato; solo si è trovato in una situazione confusa e difficilmente risolvibile. Lo stesso, d’altronde, era accaduto a Thomas Tuchel, esonerato frettolosamente l’anno scorso per poi, nel giro di sei mesi, dimostrare il suo valore vincendo la Champions League con il Chelsea».
La legittimazione continentale è quella che da tempo insegue la società del presidente Nasser Al-Khelaïfi.
«Se non cambierà qualcosa, continuerà a inseguirla a lungo invano».
Dove si deve intervenire per migliorare?
«Servono programmazione e pazienza. E serve qualcuno che, in società, invece che generare tensione pensi a difendere il lavoro di staff tecnico e giocatori».
C’è Leonardo.
«È proprio il suo operato che non mi convince. È proprio lui il colpevole, secondo me. Ha disponibilità illimitate per fare mercato ma sembra non aver ancora capito che non basta collezionare figurine per vincere titoli. Servono empatia, fiducia e stima. Io non so se, a parte quando escono dal suo ufficio con la firma sul contratto, i giocatori lo stimino. E non credo neppure che il suo comportamento abbia portato armonia nel club, a tutti i livelli. I trofei premiano le squadre, non i singoli giocatori. In questi anni il dirigente brasiliano ha acquistato grandi campioni, campionissimi, ha allestito una rosa stellare che ha pochi eguali al mondo, però si è dimostrato debole nella costruzione e nella difesa del gruppo».
Le invenzioni dei fenomeni ti fanno vincere.
«Ti fanno vincere le singole partite. Ma quando ci sono difficoltà, sono il carattere e lo spirito di sacrificio a fare la differenza. Per questo, perché un insieme di giocatori diventi una squadra, è importante, fondamentale, scegliere elementi funzionali e non solo dotati tecnicamente, curare i rapporti, difendere a tutti i costi la tranquillità. Sono i sentimenti a spingere uno spogliatoio. E quelli non li puoi comprare. Leonardo sembra non muoversi per il bene del club. È un ottimo businessman che pare però pensare prima di tutto a sé stesso. E così non si va lontano. Vi faccio una domanda: ha senso per voi avere in rosa Navas e Donnarumma?».
Rosa profonda?
«No, spogliatoio diviso in gruppi che parteggiano per uno o per l’altro. Il risultato? Niente unità di intenti e insicurezza distribuita a ognuno dei due portieri, che non sono così “liberi” mentalmente di dare il massimo. E come per l’estremo difensore, di “equivoci” a Parigi ne vedo molti. Mbappé, per esempio: trattenerlo quasi controvoglia rendendo così esplosivo l’ambiente è stata la scelta giusta? Meglio sarebbe stato venderlo subito al Real, incassare e reinvestire i milioni su altri ragazzi. Se posso permettermi un paragone… a Milano Paolo Maldini sta facendo molto meglio, pur con risorse economiche non gigantesche. Pur servendosi al supermercato e non in una boutique».
Il Milan gioca da squadra.
«Ha dei limiti, certo, ma gioca con il cuore. E raramente ho sentito Paolo incolpare qualcuno dei suoi tesserati. Un grande dirigente fa così: tiene insieme il gruppo, che poi nei momenti difficili reagisce».
Contro il Real Madrid, incassato il primo gol di Benzema, il PSG si è sciolto.
«La squadra si è completamente slegata. Ci credo, è tenuta insieme con la plastilina…».