Incontri a pagamento e ricatto: il giocatore ha "scucito", denunciato ma poi ritrattato
La ricattatrice non è stata condannata: per paura dell’opinione pubblica, il giocatore ha lasciato cadere le accuse.
LONDRA - Un giocatore della nazionale inglese ha vissuto una brutta avventura, conclusasi - purtroppo per lui - in un nulla di fatto. Negli scorsi mesi è stato oggetto di un ricatto a sfondo sessuale ma, per paura di finire massacrato dall’opinione pubblica, piuttosto che far valere fino in fondo le sue ragioni ha preferito farla passare liscia a chi l’aveva messo nei guai.
A rivelare la “storiaccia” è stato il Sun, che ha raccontato con dovizia di particolari la relazione - a pagamento - intrattenuta da un giocatore ricco e affermato con una trans. Venuta a sapere dello “status” del cliente, la professionista ha deciso di documentare con foto e video i loro incontri. Non per piacere personale, bensì per lucrarci. Una volta recuperato abbastanza materiale, ecco infatti che è scattato il ricatto: 30’000 sterline per il silenzio. Dopo aver pagato ma anche capito che non sarebbe più stato libero, il calciatore si è deciso a denunciare e a far arrestare la donna. Questo accadeva lo scorso giugno. Il possibile lieto fine è però evaporato proprio a quel punto. Non disposto a collaborare, a rilasciare una deposizione formale alla polizia, a far controllare il suo smartphone e i suoi movimenti bancari - a metterci la faccia insomma - perché preoccupato dalla pubblicità negativa che la storia gli avrebbe portato, il giocatore si è infatti tirato indietro. E senza delle prove, gli investigatori britannici non hanno potuto far altro che far cadere le accuse e archiviare il caso.
"Quando il ragazzo ha capito che la donna avrebbe potuto rendere pubblici i loro incontri ha provato in ogni modo a insabbiare la cosa - ha raccontato una fonte al tabloid inglese - In un primo momento ha ceduto al ricatto ma poi ha capito che l'unico modo di fermare la storia era quella di denunciare. Visto che il ricatto è considerato un crimine serio, prima di convalidare l’arresto la polizia ha cercato di mettere insieme abbastanza prove per rendere credibile e inattaccabile l'accusa. Preoccupato che il suo nome potesse in qualche modo “uscire” e convinto che i tifosi lo avrebbero massacrato, il giocatore ha tuttavia preferito fare marcia indietro. E a quel punto le forze dell'ordine non hanno più potuto procedere”.