Botte e stupro, sedici minuti di terrore con il (presunto) cattivo Dani Alves
Accusato di stupro, Dani Alves cambia la propria versione quattro volte.
BARCELLONA - Sedici minuti, in bagno, possono cambiare del tutto la vita di Dani Alves. Di sicuro, stando alle dichiarazioni che ha rilasciato, hanno cambiato la vita della ragazza che ha accusato il giocatore brasiliano di violenza sessuale.
Stanno quotidianamente emergendo nuovi dettagli riguardo alla serata incriminata, quella del 30 dicembre scorso alla discoteca Sutton di Barcellona, nella quale lo stupro si sarebbe consumato. La vittima della presunta violenza ha dichiarato che: “Dani Alves l'ha costretta a sedersi sopra di lui, l'ha buttata a terra, l'ha costretta a fargli del sesso orale, a cui lei ha resistito attivamente, l'ha schiaffeggiata, l'ha sollevata da terra e l'ha penetrata fino all'eiaculazione". Il tutto, appunto, per sedici minuti di terrore.
Secondo quanto riportato da “La Vanguardia” e da “El Periódico”, il calciatore ha in seguito lasciato il bagno e, in un secondo momento, mentre la ragazza stava già raccontando al personale di sicurezza quanto accaduto, è uscito dalla discoteca. Questo “attimo” ha incuriosito gli investigatori spagnoli i quali, studiando le registrazioni video del locale, hanno notato come il sudamericano abbia quasi sfiorato la giovane mentre questa stava disperandosi.
Ancora in carcere in detenzione preventiva senza possibilità di uscire su cauzione - le autorità iberiche temono che possa approfittare della libertà per prendere un volo privato per il Brasile, dal quale sarebbe in seguito praticamente impossibile poter ottenere l’estradizione - Alves è in una condizione critica soprattutto perché dimostratosi totalmente inattendibile. Dall’inizio della storia il 39enne ha infatti già fornito agli inquirenti quattro versioni differenti dei fatti. Secondo gli avvocati della difesa, per nascondere alla moglie la propria infedeltà, il brasiliano ha prima fermamente negato di conoscere la ragazza, poi di averla incontrata e in seguito di aver trascorso del tempo con lei. Inchiodato dal test del DNA, ha tuttavia infine ammesso il rapporto e raccontato alla consorte di non essere in sé perché troppo ubriaco.
Qualora fosse giudicato colpevole, l’ex campione (anche) del Barcellona andrebbe incontro a una pena compresa tra i quattro e i dodici anni di reclusione.