Anche Angelo Renzetti, ex presidente e sempre tifosissimo dei bianconeri, scalpita in vista della finale del Wankdorf contro l'YB.
«Sarebbe il trionfo più importante. Siamo orgogliosi di aver fatto da traghettatori su una scialuppa di salvataggio, ora il club è entrato in un'altra era». Poi gli elogi al Crus: «Infonde convinzione e quello che dice viene dall'anima».
LUGANO - Da un appuntamento con la storia all'altro, il Lugano ormai ci ha preso gusto. Partecipazioni all'Europa, salvezze spesso serene e campionati importanti - l'ultimo chiuso lunedì sfiorando il secondo posto - oltre al feeling crescente con la Coppa Svizzera. Accarezzata nel 2016 con Zeman e riportata in Ticino dal Crus lo scorso anno dopo un’attesa che durava dal 1993, i bianconeri "flirtano" col sogno di un clamoroso bis.
Eppure in estate c'erano state anche partenze illustri, come quelle di Lovric, Custodio, Lavanchy e Maric. A Cornaredo sono stati bravi, anzi bravissimi, e così la stagione 2022/23 ha regalato altre grandi emozioni. Dopo aver stabilito il record di punti dal ritorno in Super League (57), Sabbatini & Co domenica andranno nuovamente all’assalto della Coppa in un match da brividi, da giocare al Wankdorf nella casa dell’YB.
«Il Lugano è entrato in un’altra era e in questi anni, anche con la nuova proprietà disposta a investire, ha fatto un bel salto di qualità - interviene l’ex presidente Angelo Renzetti - Croci-Torti poi è un valore aggiunto non da poco e sono convinto che miglioreranno ancora».
Joe Mansueto e i suoi uomini di fiducia hanno trovato un ambiente ideale per continuare a costruire.
«Noi abbiamo fatto da traghettatori e ne siamo orgogliosi, anche perché è stato un lungo viaggio fatto su una scialuppa di salvataggio (ride, ndr). Però siamo anche riusciti a fare una finale di Coppa e partecipare due volte alle competizioni europee. Siamo orgogliosi di aver lasciato la società a un vero businessman, che oltre ai soldi ci mette il cuore ed è circondato da persone competenti. Poi, insieme al Club dei 1000 e a tutti coloro che ci sono stati vicino, vorrei ricordare l’importanza della questione del nuovo Stadio (PSE, ndr). Ce le siamo inventate tutte, abbiamo riempito pagine di giornali ed eravamo anche felici di essere andati alla votazione. Almeno non c’erano equivoci».
Tornando al campo e alla stretta attualità, i ticinesi sono imbattuti da 11 incontri tra campionato e Coppa e in questo filotto hanno piegato anche l’YB (2-0 il 25 maggio). Per i bianconeri non c’era modo migliore per arrivare al match di domenica.
«Sarà una partita difficilissima perché giochi sul sintetico in casa loro, ma questo Lugano può fare tutto. Da una parte e dall'altra ci sarà tanta pressione ed entreranno in gioco anche i fattori emotivi. Questi non si riescono mai a gestire completamente. Io però vado con entusiasmo e dico una cosa: se dovessimo portare a casa anche questa Coppa, sarebbe la più importante di sempre. Perché si va nella tana dei campioni svizzeri. Se ce la facciamo, è la volta che prendo un colpetto… (ride, ndr)».
Se in un primo momento la missione del Lugano sembrava proibitiva, nelle ultime settimane gli equilibri sono un po’ cambiati. L’FCL è in forma smagliante, mentre l’YB - dopo il titolo conquistato molto presto - ha accusato un piccolo calo di tensione. Insomma il popolo bianconero può crederci per davvero.
«Ricordo che una volta con Zeman avevamo vinto a Berna 1-0 facendo un tiro in porta… dunque tutto è possibile. Ora non voglio farmi illusioni, ma Croci-Torti inquadra perfettamente le situazione dal punto di vista pratico ed emotivo. Parla a ragion veduta e sono impressionato da questo ragazzo. Quello che dice viene dall’anima. Infonde convinzione nei giocatori e nel pubblico. Sarà dura e diversa dall’anno scorso, ma la preparerà sicuramente bene. Il Lugano attuale non gioca solo in contropiede, ma fa anche girare la palla e ha tanto carattere. Ci crede e non si abbatte. Tutti fattori che in una finale si metteranno in campo. Può farcela e non parte battuto».