Malato, l’allenatore svedese sta affrontando il suo ultimo viaggio
«Il calcio per me è ancora una droga».
SUNNE - La fine è segnata, non ci saranno sconti. Eppure questo suo ultimo viaggio Sven-Göran Eriksson se lo sta godendo al massimo. Gli ultimi mesi di esistenza, l’allenatore svedese - al quale è stato diagnosticato un cancro al pancreas e al quale sono stati dati pochi mesi di vita - li sta consumando facendo quello che più ha amato: seguendo il calcio. Una volta lo faceva dal campo, poi dalla panchina; ora è “solo” uno spettatore, ma con un’enorme passione.
E il pallone sta rendendo meno pesante la sua quotidianità.
«L’altro giorno ho visto cinque gare dei Giochi Olimpici in tv - ha raccontato il 76enne al Guardian - il calcio è ancora un’ossessione, una droga. Agli Europei, per esempio, ho seguito tutti gli incontri. In questo periodo sono un po’ stanco ma, in un certo senso, svegliarsi e stare bene, essere ancora vivi, lo apprezzo molto più rispetto a uno o dieci anni fa. Ho paura di morire, se dicessi il contrario sarebbe una bugia. A volte ti passa per la testa, ma cerco di non pensarci. L’unica cosa che sappiamo è che prima o poi moriremo tutti. Se tutto va bene, accade il più tardi possibile».