Lombardi ha "spiegato" i Razzi: «Messi 750'000.- di garanzia. La divisione paritaria delle perdite era per quest'anno»
BIASCA - Il disaccordo non è totale e, seppur compromessa, la situazione si può ancora sistemare. Per il bene dei giovani hockeisti ticinesi.
Nata dal passo indietro ufficiale fatto dal Lugano e resa più forte dai mugugni del Biasca, la bufera abbattutasi sui Ticino Rockets è stata ammorbidita da Filippo Lombardi, che pur difendendo la posizione dell'Ambrì ha lasciato aperto più di uno spiraglio per la continuazione della collaborazione.
«La protesta delle altre società? Posso dire che di sei punti trattati, solo tre sono stati respinti – ha commentato il numero uno leventinese – e non solo da noi ma anche dagli altri due club impegnati nel progetto (Davos e GDT, ndr). Per quel che riguarda il futuro, la speranza, l'auspicio, è che i Ticino Rockets possano continuare a esistere nella forma in cui sono stati pensati».
Prima dovranno salvarsi sul ghiaccio.
«Esatto. Per questo motivo l'Assemblea degli azionisti sarà convocata solo a bocce ferme. Ogni operazione sarà fatta solo quando le partite saranno terminate. E questo per permettere ai ragazzi di scendere in pista concentrati sull'obiettivo da raggiungere».
Le tempistiche e le ragioni che hanno portato a sollevare il polverone...
«Le divergenze attuali non le commenterò. Ciò che mi preme dire è però che mai – come invece scritto – l'Ambrì ha chiesto di poter salire dal 51% fino alla totalità del pacchetto azionario».
Tale comunicazione è stata fatta proprio dall'HCAP nel marzo 2019, in una lettera agli altri azionisti della Società anonima HC Biasca – Ticino Rockets.
«Tale comunicazione è sì stata fatta dall'HCAP nel marzo 2019, ma solo in risposta a delle richieste dell'Associazione Biasca che HCAP non poteva accogliere. Noi ci siamo quindi detti disponibili a rilevare le quote di chi avesse deciso di uscire. Non avevamo e non abbiamo mire espansionistiche».
Le ultime discussioni sono però nate prima delle proposte fatte negli ultimi mesi dal Lugano.
«Al momento della costituzione della SA, l'Ambrì ha assunto il 51% delle quote perché la Lega aveva richiesto che tale ruolo fosse ricoperto da una delle due società di NLA in trattativa. Oltre a versare i 102'000 franchi relativi alle proprie quote, l'HCAP ha – da solo – messo i 750'000 franchi di garanzia necessari».
Cifra depositata ma pronta a rientrare?
«È stata una garanzia bancaria fornita da tre persone fisiche vicine al club, liberata dopo i primi tre anni in quanto non più richiesta dalla Lega».
A fronte di tali esborsi, e nonostante fosse un azionista di minoranza, l'HCL ha però accettato di “coprire l’eventuale perdita d’esercizio della società in modo paritario all’HCAP”. Questo per rispettare i patti parasociali...
«Questo non è esatto. Nei primi tre anni di esercizio, il patto parasociale non prevedeva nessuna divisione di eventuali perdite rispetto a quanto prevede la legge, ovvero in proporzione alle quote detenute dagli azionisti. Fortunatamente le perdite, piccole, sono state relative solo alla prima stagione e i due successivi anni sono stati chiusi in attivo».
E la disponibilità del Lugano di dividere le “uscite”?
«Il patto parasociale è scaduto dopo, appunto, tre anni e solo in questa stagione, una stagione ponte, di fronte all'aumento di impegni il club bianconero si è detto disposto a coprire le perdite in maniera paritaria. Anche al termine di questo esercizio vi sarà comunque un piccolo utile».
L'eventuale ridimensionamento dei bianconeri, che hanno dichiarato di volersi comportare esclusivamente come azionisti di minoranza, andrà a compromettere il futuro del progetto-Rockets?
«In questo momento, come detto, è giusto lasciare spazio a chi scende in pista: c'è una salvezza da conquistare. Quel che posso dire è che l'HCAP, i GDT e il Davos sono pronti a continuare le discussioni con gli azionisti. Attuali o potenziali».